VIAGGI&PERSONAGGI, di Federico Formignani

 

Lo “strano” incidente stradale di Betico Croes, l’eroe nazionale arubano, e il carcere in posizione da resort con un solo detenuto locale. Un altro dei singolari incontri di Federico in giro per il mondo.

 

 

Il lungomare di Oranjestad, capitale dell’isola, brulica di gente: proprietari di negozietti che cercano di attirare acquirenti all’interno per offrire le ‘curiosità’ arubane – targhe automobilistiche dismesse, boccali per la birra, mucchine per il latte, portachiavi, orologi, statuette di porcellana, profumi e saponi a base di Aloe e oggetti vari da collezione – molti dei quali con le tipiche scritte: Bon bini (benvenuti) e One Happy Island. Variano i tessuti e le T-shirt che portano stampata l’immagine del Kwihi-Tree, l’albero dell’isola sempre piegato in due dai venti caraibici, unitamente alla bandiera blu di Aruba, con stella rossa e strisce gialle che simboleggiano le spiagge e il ‘calore’ dei Caraibi. I turisti sciamano insieme a guide, ciceroni, vigili, taxisti di pulmini pronti a imbarcare clienti per il giro dell’isola. All’improvviso sulla zona cala il buio: si avvicina al molo d’approdo una mostruosa nave da crociera a dieci piani che arriva dagli USA, o forse dal Canada; tempo un’oretta, un’orda di yankee orrendamente vestiti finirà per unirsi ai vacanzieri già presenti; non saranno solo i negozi del lungomare ad essere affollati, ma la gente si riverserà nel centro di questa piccola Olanda dalle case colorate in tinte pastello, alla ricerca di oggetti ben più preziosi e ‘firmati’, non escludendo i diamanti, gli ori e gli argenti.
Io mi limito a comperare tre targhe d’auto, una delle quali mostra la solita bandiera, un viso d’uomo dalla barbetta che gli incornicia il volto e la scritta: Betico Croes, eroe nazionale. Guardo perplesso Nathalie Maduro, una bella mulatta dai capelli nerissimi che mi accompagnerà a zonzo per Aruba; ha da poco salutato il marito che lavora in banca, portato i due figli a scuola e ora l’auto di famiglia è a mia disposizione. Nathalie spiega che Betico Croes, la cui statua campeggia in una piazza di Oranjestad, è Gilberto François (Betico) Croes, nato a Santa Cruz nel 1938 e considerato dalla popolazione ‘eroe nazionale’ per avere fondato il MEP (Movimiento Electoral di Pueblo) e aver promosso un referendum nazionale mediante il quale gli arubani si sono espressi per l’autonomia della loro isola (1977). Poi le iniziative politiche con le Autorità olandesi: Statuto speciale per Aruba (1981) sancito ufficialmente nel 1986, con l’impegno per la completa autonomia dell’isola (1996). Peccato che Betico sia deceduto il 26 movembre 1986. Solo 48 anni di vita, per Betico, ma molto attivi. Chiedo a Nathalie i motivi di una morte così prematura. Un incidente d’auto verso la fine del 1985 e la morte quasi un anno più tardi, senza aver mai ripreso conoscenza, è la risposta. Le ‘voci’ nell’isola sono discordanti; pare che non tutti siano convinti sull’assoluta casualità dell’incidente d’auto. Ma Betico Croes rimane nel cuore degli arubani. Questo ‘Padre della Patria’ ha favorito l’adozione del vessillo nazionale e dell’inno ‘Aruba Dushi Tera’ (Aruba dolce terra). Il suo motto preferito, che tutti gli isolani conoscono, suona così in Papiamento: ‘si mi cai na caminda, gara e bandera y sigui cu a lucha’ (se cado lungo il cammino, afferra la bandiera e prosegui nella lotta). Profetico.
Verso il sud dell’isola, tra zone brulle e riserve con asini in libertà, si attraversa Santa Cruz dove Betico è nato e dove c’è un secondo monumento. Nell’estremo sud-est di Aruba, fra raffinerie di petrolio, deliziose calette dalla sabbia bianchissima, ecco Seroe Colorado, dove, completamente isolato, si erge il carcere di Aruba. Un edificio bianco di fronte al mare. Nathalie non ricorda se Betico sia stato in carcere in questo edificio un po’ spettrale; di sicuro al momento ci sono alcuni spacciatori di droga venezuelani e un certo Ramón, oramai da 17 anni, per aver ucciso la moglie. L’unico arubano.
Musha danki’, Nathalie. ‘Di nada. Un sunchi, Federico’; (molte grazie, Nathalie – Di nulla; un bacio, Federico).