Incredibile: l’OdG vagheggia un “gesto forte” per le minacce al videomaker del caso Salvini-moto d’acqua  e che fa? Annuncia “una veglia funebre della libertà di stampa, un tavolino e la Costituzione alla pagina dell’art. 21”. Manco fossimo a carnevale.

 

Chi mi segue come giornalista, e non solo, sa di poter contare su alcune solide certezze:

  • non mi occupo di politica, per la quale nutro un certo generalizzato disprezzo (spesso causato da chi la rappresenta), ragion per la quale non voto da almeno un decennio;
  • per lo stesso motivo sono trasversale, cioè non parteggio per nessuno, il che non significa affatto che sia agnostico: ma non avendo partiti presi, do ragione a chi mi sembra che ce l’abbia e non a chi mi è simpatico o a alla fazione a cui (secondo gli altri) appartengo;
  • tendo quindi a non fare sconti e a cercare di essere obiettivo, anche quando mi verrebbe di fare il contrario;
  • per deontologia non giudico nè mi esprimo mai a priori, tantomeno se so poco o nulla del de quo;
  • difendo il giornalismo come strumento e come professione;
  • difendo i giornalisti e l’Ordine dei Giornalisti quando sono difendibili.

Ecco, quindi un caso in cui l’OdG è indifendibile.

Leggo quanto segue:

Sarebbe preoccupante se calasse il silenzio senza un punto di svolta, senza parole del presidente Conte e del Governo, su quel che è accaduto a margine della cosiddetta vicenda della moto d’acqua. La notizia su indagini in corso ci rende speranzosi. Se ci fossero sviluppi e si arrivasse a individuare chi ha minacciato il videomaker Valerio Lo Muzio, l’Ordine dei giornalisti si costituirà parte civile per essere al suo fianco. Ma non basta. Bisogna continuare a gridare lo sdegno per l’accaduto e per le mancate scuse, tuttora non arrivate, nè dal ministro Salvini, nè in surroga dal Premier. Occorre un gesto forte che scuota il Paese per cui, se ancora nulla accade (e ci sarà un conto alla rovescia), il 3 settembre nella sede dell’Ordine nazionale dei giornalisti a Roma sarà allestita una sorta di veglia funebre della libertà di stampa, al centro della sala un tavolino con la Costituzione aperta alla pagina dell’articolo 21.” Lo afferma il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna in merito agli sviluppi del caso Lo Muzio“.

Non entro nemmeno nel merito del caso, sul quale peraltro sono appunto in corso indagini e su cui si aspettano sviluppi.

Entro invece nel merito del “gesto forte“: una veglia funebre?!? Nella sede dell’OdG, con la costituzione al centro? Ma siamo a carnevale? Che è questa invereconda mascherata degna dei pittoreschi cortei di quartiere? Che è quest’accodarsi alla pietosa moda delle fiaccolate, delle marce, dei sit in? Non si reclama sempre la compostezza, il rispetto del ruolo, la moderazione, bla bla bla? E come “gesto forte” si propone una simile sceneggiata con pietose finalità mediatiche?

Mi dissocio radicalmente non dalla protesta, ma dal metodo.

Dopodichè torniamo a parlare seriamente di professione di come essa vada svolta e non.