Dal pensiero unico stiamo passando alla società unica, quindi massificata non solo culturalmente ma materialmente, nelle cose quotidiane. E il bello è che a quasi tutti sembra un progresso.
Ne ho avuta riprova stamattina.
Subissato dalle esortazioni altrui, ho provato a riattivare un vecchio conto corrente on line che non usavo da anni in quanto farraginoso ma divenuto nel frattempo, garantiscono i gestori, modernissimo e smartissimo.
Come chi mi conosce ben sa, non sono un amante dell’ipertecnologia e, pur ammettendone l’esistenza e perfino l’incomprensibile quanto cieco entusiamo che la gente prova per essa, mi rifiuto di concepire l’idea che sia obbligatorio, anzichè solo facoltativo, adeguarsi.
Bene, anzi male: scopro infatti che il cc è gestibile solo via cellulare, o meglio che solo via cellulare puoi ricevere i codici per accedere, anche da pc. “E’ il massimo della sicurezza”, ti spiegano. Intendiamoci: non per il primo accesso o riaccesso, ma per sempre. “Si evitano infatti i furti e gli smarrimenti delle comuni chiavette”.
Aribene. Ora alcune sommesse domande:
– e se perdo il telefonino?
– o se me lo rubano (è più appetibile delle chiavette, oltretutto)?
– e se è scarico?
– e se non c’è campo e/o vivo in una zona con poco campo per non dire nullo?
– e se il gestore ha problemi tecnici?
La risposta è sempre la stessa: NON puoi accedere al conto.
In pratica hai tuoi soldi e i tuoi affari imprigionati per sempre nel cellulare.
Insomma, una gabbia.
Ma parecchio smart.