Perdonate la banalità dello slogan (mio): “con l’uva di montagna, il gusto ci guadagna“. Ma non ha tradito le attese Eccopinò 2012, la degustazione di pinot neri dell’associazione che riunisce i produttori delle valli appenniniche. Ecco un breve ragguaglio.

Con il colpevole ritardo di chi, con la scusa di volerci pensare bene, è stato in realtà in altre faccende affaccendato, eccomi a parlare di una delle cose più piacevoli, divertenti e interessanti capitatemi negli ultimi mesi. Sensazione che il non breve tempo trascorso (il tutto si è svolto il 16 aprile nella Villa Pecori Giraldi di Borgo San Lorenzo, località piuttosto improbabile, almeno ragionando canonicamente, per una degustazione di vino) non solo non ha affievolito, ma ha addirittura rinforzato.
Parlo della degustazione dei Pino Nero 2009 dei vignaioli dell’Appennino Toscano, consorteria nata nel 2011 chiamando a raccolta otto produttori provenienti da quattro vallate appenniniche geograficamente e storicamente assai variegate, ma climaticamente e geologicamente assai simili, come la Garfagnana, la Lunigiana, il Mugello e il Casentino. Con vigneti compresi tra i 250 e i 600 metri di altitudine.
Otto aziende differenti in tutto, ma accomunate da alcuni punti: l’ambiente montano, con le difficoltà che sotto tanti profili ciò comporta, una ostentata vena di anticonformismo, non foss’altro che per i luoghi e la varietà di uva hanno deciso di coltivare, una produzione limitata (quasi troppo: da 500 a 5.000 bottiglie) e infine, appunto, il vitigno più affascinante e difficile che ci sia: il Pinot Nero.
Per presentare la produzione 2009 si sono rivolti non a caso a un altro che da tempo schiva (e come dargli torto?) accuratamente i palcoscenici e il mainstream vinicolo come Burton Anderson. E che lui si sia lasciato convincere la dice lunga sul fatto che i vini gli siano piaciuti o meno.
Da parte mia sono partito con gli assaggi in anticipo e alla cieca, senza guardare le etichette, in modo da non conoscere l’ordine dei bicchieri e da non sapere nulla sui produttori.
Risultato: godibilità assoluta, gradevole bevibilità, ampiezza mai stucchevole, una coerenza al tipo varietale che non lasciava dubbi di sorta, ma al tempo stesso lasciava apprezzare le differenze e le sfumature tra un campione e l’altro. Vini non banali insomma, non omologati, screziati, sfaccettati, profondi, senza difetti e privi al tempo stesso di eccessi di tecnica e di certe patine commerciali altrove tanto diffuse. Predominante, quasi incombente, una nota di naturalità che, in senso trasversale, li percorreva tutti, sebbene solo alcuni degli otto si siano rivelati poi biologici o biodinamici.
Come al solito non starò a fare noiose schede delle singole etichette, mentre lo spazio è poco per entrare nel dettaglio delle tante avventure individuali che le vicende di ogni azienda lasciano trasparire e che (è un invito!) vale la pena di farsi raccontare di persona andando ad avventurarsi fino alle loro cantine.
Quale la croce e quale la delizia?
Curiosamente le due cose convivono. La croce delle modeste produzioni (al momento poco più di 20mila, con un potenziale massimo di 80mila) dà a queste bottiglie l’allure del prodotto di culto, non facilissimo da reperire. Mentre l’ebbrezza della ricerca può distogliere anche da prezzi che, senza essere folli, per ovvie ragioni non possono neppure essere a buon mercato.
Ecco l’elenco:
Melampo 2009, Azienda Agricola Casteldelpiano (Licciana Nardi, MS), 11,50 euro + iva.
Pinot Noir 2009, Podere Còncori (Gallicano, LU), 11,50 euro + iva.
Macea 2009, Azienda Agricola Macea (Borgo a Mozzano, LU), 10,00 euro + iva.
Fortuni 2009, Podere Fortuna (San Piero a Sieve, FI), 19,50 euro + iva.
Coldaia 2009, Podere Fortuna (San Piero a Sieve, FI), 9,50 euro + iva.
Ventisei 2009, Azienda Agricola Il Rio (Vicchio del Mugello, FI), 11,50 euro + iva.
Gattaia 2009, Azienda Agricola Terre di Giotto (Vicchio del Mugello, FI), 13,00 euro + iva.
Pinot Nero 2009, Fattoria Il Lago (Dicomano, FI), 13,00 euro + iva.
Pinot Nero 2009, Podere della Civettaja (Pratovecchio, AR), 12,60 euro + iva.

Info: Associazione Appennino Toscano – Vignaioli di Pinot Nero, appennino.toscano@libero.it