Sarà che il tema dei freelance “tira”, sarà che siamo in campagna elettorale per l’Ordine, saranno tutte e due le cose, fattostà che l’Assostampa e l’OdG toscani se ne escono proprio ora con un vademecum dedicato al lavoro giornalistico autonomo.

Vista l’imminenza elettorale i malpensanti – con la salma di Andreotti ancora calda – avanzeranno le loro comprensibili riserve. Gli altri invece ne faranno utilitaristicamente tesoro, senza cercare troppo il pelo nell’uovo.
Resta il fatto che in Toscana, per la seconda volta in pochi mesi (la prima fu la bozza di assicurazione professionale, vedi qui), Ordine e sindacato se ne escono allo scoperto con un’iniziativa che piacerà certamente al variegato popolo dei giornalisti autonomi, eterea etichetta con la quale si indicano tutti coloro che non hanno un “contratto“, inteso per contratto di assunzione a tempo indeterminato.
E’ infatti appena uscito ed è scaricabile on line (qui) “Giornalisti e Lavoro autonomo: leggi, diritti, tutele“, un “vademecum per il giornalista freelance o parasubordinato che lo aiuti a conoscere i propri diritti e nello stesso tempo lo informi sugli obblighi fiscali e previdenziali“. Manualetto di cento pagine tonde tonde destinate a schiarire le idee a chi, e sono tanti, si aggira nell’arcipelago della libera professione vera o presunta, nonchè nelle perigliose acque delle cosiddette “collaborazioni”.
Non ho ancora avuto modo di immergermi nella lettura, ma sulla bontà dei contenuti tecnici spero di non dover dubitare (nonostante in giro si parli di copiosi copia e incolla), visto che gli autori sono colleghi e/o specialisti di chiara fama come Luigi Cobisi e Pierluigi D’Antonio.
Non dubito nemmeno, in tempi desertici, sull’utilità dello strumento.
Magari auspico che, oltre ad assolvere alle sue indubbie funzioni propagandistiche, il libello venga anche raccomandato in futuro, per non dire prescritto, a tutti quelli che con esagerata faciloneria si avvicinano oggi alla professione giornalistica senza sapere a cosa vanno incontro e magari si illudono, grazie alle agevolazioni offerte dal giornalistificio corrente, di poter svolgere questo lavoro senza saperne nulla, nè saper fare nulla, nè dimostrare di saperlo fare. Salvo poi cadere, come corpo morto cade, al cospetto delle difficoltà oggettive di un mestiere sfuggente e insidiosissimo.
Pure sotto il profilo dei conti economici.
Dei quali, checchè se ne dica, anche i risvolti previdenziali e fiscali sono parte integrante.
Resta però il nodo della formazione sostanziale. Basta un’infarinatura di fisco e di diritto a fare un libero professionista capace di reggersi sulle gambe?
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