In un articolo sul sito “Le tasche piene” (qui), Furio Venarucci fa un’amara riflessione su quella sorta di sindrome autistica che tende a rendere isolati – e perciò destinati all’immobilismo – non solo i singoli agricoltori, ma anche i tanti “movimenti” di ribellione a cui essi hanno vita di recente. Con il rischio di un naufragio collettivo.

In un interessante incontro svoltosi a Tolentino in questi giorni – racconta l’autore – un allevatore di Ascoli Piceno ha raccontato un aneddoto riguardante la concezione dell’impiego di unità di lavoro per ettaro. Racconta l’agricoltore come il padre un giorno gli indicasse un ettaro di terreno dicendo come ai suoi tempi sul quel terreno ci lavorassero 10 persone mentre ora ce ne lavora una sola. A questa parole il figlio, racconta sempre l’allevatore, risponde al padre che è vero sul quel terreno prima ci lavoravano e vivevano 10 persone e che oggi una ce ne lavora una sola ma le altre nove ci vivono facendo controlli, sindacato, pratiche e tante altre cose molte delle quali inutili“.
Una forma come un’altra di ridistribuzione del reddito e del lavoro.
A spese di chi? Dell’unico rimasto con la schiena curva su un campo chiamato a mantenere troppa gente. Una deriva che sta trascinando e forse ha già trascinato a fondo l’agricoltura italiana. Ma lo si dice da troppo tempo.
Il problema vero, invece, a questo punto è un altro.
Nemmeno i tanti che si sono ribellati a questo sistema del “tutti su uno” paiono disposti a mettersi d’accordo su qualcosa. Iniziative tante, coordinamento poco. Individualismo, miopia o un gioco abilmente orchestrato da chi ha tutto l’interesse che lo status quo di un’agricoltura tributaria del sistema burocratico-sindacale che la soffoca rimanga tale e quale?
Io ovviamente una risposta non ce l’ho, ma sarebbe istruttivo conoscere l’opinione dei diretti interessati e aprire un dibattito rivolto al dialogo tra gli scontenti.
Anche perchè le prospettive che la nuova Pac sia un “pacco” sono sempre più chiare e quindi vale la pena di continuare a mantenere la massa di burocrati e di sindacalisti intenti a tenere in piedi un modello fallimentare?
Chi ha qualcosa da dire, la dica prima che sia troppo tardi!