Dalla lap dance alla lap photo? C’è anche Piazza del Campo, “catturata” con la nuova tecnica inventata dal fotografo Guido Cozzi, nel megalmanacco (50×120 cm) di GEO Toskana che ha vinto l’International Award nella sezione “Best of Show” del World Calendar Award e si è piazzato secondo tra 1.500 concorrenti alla Buchmesse di Francoforte.
Piazza del Campo è sempre Piazza del Campo: uno spettacolo. Ma vederla appesa al muro in megaformato fa perfino più effetto.
Ed effetto deve averlo fatto anche ai giudici se, messa assieme ad altri undici scatti d’autore, ha vinto il primo premio del più importante concorso mondiale per supercalendari e si è piazzata seconda al “concorsissimo” per almanacchi di grande formato della Fiera del Libro di Francoforte, dove è stata esibita in una impressionante galleria che metteva in riga tutti i 1.500 concorrenti.
Cosa ha di speciale quella foto, oltre al soggetto naturalmente?
E’ presto detto: offre una veduta della celeberrima piazza assolutamente inusuale. Forse addirittura inedita: è scattata dalla cima di un palo di dodici metri piazzato al centro della conchiglia.
Il risultato è notevole.
Ma anche la storia è tutta da raccontare.
Quel gran genio del mio amico Guido Cozzi, fotografo di vaglia (vedi qui e qui) e compagno di tanti viaggi, tempo fa ne ha pensata infatti una delle sue. Ma l’ha camuffata (senza che peraltro io gli credessi troppo) per una sua riflessione sui massimi sistemi della fotografia. “Hai presente – mi ha detto – le foto d’epoca, quelle eroiche, col lampo di magnesio e ovviamente in bianco e nero? Ecco, se ci fai caso, quando ritraevano luoghi pubblici, piazze, mercati non erano mai scattate da terra, ma da un piano rialzato. Per dare una più ampia prospettiva ed una veduta fuori dal comune”.
“Mah, sarà”, ho pensato io. Però era vero sul serio.
Il bello è che tutto il ragionamento di Guido serviva solo da giustificazione per la sua ultima, diabolica trovata: il palo.
Sì, il palo: un lungo palo telescopico su cui piazzare la Nikon e scattare sul mondo visto dall’alto. Qualcuno potrebbe eccepire: bastava piazzarsi a una finestra. “Eh, no – risponderebbe lui – perchè con il palo puoi metterti anche al centro della scena, mentre se ti affacci a una finestra sei da un lato”. Chapeau.
La cosa ovviamente non finisce qui.
Dopo lunghe ricerche il Cozzi individua un produttore di antenne telescopiche pneumatiche in alluminio, normalmente utilizzate dai pompieri per piazzare i fari d’emergenza. Ne ordina una, lunghezza dodici metri. Dopodichè entra in officina (non ha le mani sporche d’olio, ma col cacciavite in mano fa effettivamente miracoli) e si mette ad elaborare il tutto.
Primo problema: l’aggeggio è grosso e pesante: 75 kg. Così, per spostarlo più agilmente gli monta delle ruote.
Secondo: come trasportarlo? Lui elabora un complicato ma astuto sistema di leve che, senza sollevare l’attrezzo, gli consente di issarlo sul portabagagli del fuoristrada.
Terzo: una volta fissata la macchina fotografica in cima al palo, come manovrarla e scattare? Facile (si fa per dire): telecomando elettronico più telecamerina coreana per lo scatto remoto.
L’attrezzo (peso finale: 100 kg) è pronto e Guido comincia a girarci l’Italia.
Capita a Siena, sistema il palo (immagino dopo varie peripezie burocratiche e parecchia curiosità dei passanti: immaginate uno che piegato in due sulla pompa come un ciclista d’antan fa innalzare l’asta…) in mezzo a Piazza del Campo e via: clic, clic, clic. Poi torna a casa, guarda il risultato e, sempre con la eccessiva modestia che lo contraddistingue, non dice nulla a nessuno.
Il resto è semplice: i tedeschi di GEO Toskana gli chiedono come al solito di realizzare il loro supercalendario annuale, lui seleziona le immagini e quella di Piazza del Campo finisce tra le magnifiche dodici. Seguono concorsi, premi, riconoscimenti. Tra cui l’International Award nella sezione “Best of Show” del World Calendar Award e il secondo posto, tra 1.500 concorrenti, alla Buchmesse di Francoforte.
Tutto grazie a un palo.
In questo caso, dunque, meglio palo che gol.