A pochi giorni dall’assise dell’11 e 12 luglio non si sa ancora nè chi, nè come, nè a che titolo si possa partecipare. Caos assoluto (e voluto?) tra inviti contingentati, non-inviti, timori di imbucati, guerre intestine, circolari Fnsi, molti quesiti e ipotesi di risposta.
Sarà pur vero che il confine tra autonomia e anarchia è sottile, ma qualcosa mi dice che non era questo che i giornalisti “autonomi” italiani (freelance, cococo, precari, abusivi di varia natura) volevano quando parlavano di “stati generali dell’informazione precaria“.
Sì, l’assemblea dei sans papier del giornalismo prevista a Roma presso l’Fnsi l’11 e il 12 luglio prossimi. Quella proposta dalla Commissione lavoro autonomo e che, tra alcuni miliardi di distinguo e parecchie matrigne, è stata tremebondamente annunciata mesi fa dal sedicente sindacato nazionale unitario dei pennaioli, ma poi lasciata a candire per un semestre avvolta in una cortina fumogena tanto spessa da sembrare la benda di una mummia. Per non dire lo zinco di una bara.
No, perchè a parte il luogo e la data, ancora non si sa nulla dell’effettivo programma, nè delle effettive modalità di svolgimento e partecipazione, salvo quanto “rivelato” oggi da una circolare ufficiale federale inviata, com’è ovvio, alle sole alte sfere sindacali.
In estrema sintesi: la prima giornata sarà strutturata su contributi esterni e a base seminariale, con domande ed approfondimenti. La seconda sarà di dibattito. Scopo: fare il punto della condizione del lavoro autonomo, chiarire i nodi da affrontare, identificare le iniziative sulle quali mobilitare le strutture dei freelance della Fnsi in raccordo con le altre e in collegamento con tutti i colleghi e le “realtà disponibili” (cioè?), approfondire le prospettive del lavoro autonomo (mercato del lavoro e sua riforma, prospettive dell’editoria, riforma della professione, rapporti tra i Coordinamenti e cdr), equo compenso e Carta di Firenze, la trattativa per il rinnovo del Ccnl dal punto di vista dell’estensione di diritti e tutele, formazione sindacale di base per i giornalisti autonomi, un nuovo welfare per autonomi (riforma mercato del lavoro, Inpgi 2, Casagit 2, etc.).
Insomma, chiarimenti pratici zero.
Eppure l’ambiente è in ebollizione, le aspettative sono spasmodiche e, con ogni probabilità, ampiamente sproporzionate rispetto ai risultati concreti che la riunione potrà portare. I coordinamenti sono mobilitati. I sindacalisti favorevoli lo stesso (anche i contrari, se è per quello, ma operano più nell’ombra). I freelance idem, inclusi i veri, i finti, gli incazzati, i reduci, gli immaginari e i sedicenti.
Vi risparmio il pietoso racconto dell’atmosfera da basso impero che, in proposito, regna nelle stanze di Corso Vittorio, dove lame lucenti balenano nel buio e la guerra tra parrocchie assume i toni da intrigo borgiano.
Qui pongo solo alcune domande e ipotizzo le relative risposte in attesa di più alti lumi:
1. a che titolo si partecipa? Occorre essere soci Fnsi o la riunione è aperta a tutti? Sembra a tutti.
2. nel primo caso, sono ammessi tutti i soci o solo i delegati dalle assostampa regionali? Vedi sopra.
3. in tal caso, il numero dei delegati è libero o contingentato? In base a cosa? Boh!
4. se è come sopra, perchè alcune assostampa hanno fatto le assemblee preparatorie e altre no? Pura geopolitica.
5. che succede se alcune assostampa non mandano delegati? Rivedi sopra.
6. e se i partecipanti fossero troppi per stare nella sala da 100 posti scelta dall’Fnsi? O si trova un’aula più grande o salta la riunione.
7. che succede se si presentano dei “cani sciolti” non sindacalizzati (visto che l’Fnsi raccoglie la miseria di appena il 7% dei giornalisti autonomi italiani)? In teoria li fanno entrare.
8. chi paga le spese di viaggio, vitto e alloggio dei partecipanti? Ai delegati, le assostampa.
9. ma se sono veri stati “generali” (ma quali sarebbero gli “stati”? Lo chiesi qui e nessuno mi ha risposto), è giusto che alcuni partecipino spesati e altri, forse i più “autonomi” di tutti, no? No, ma questo è l’onore/onere di non stare in Fnsi.
10. ci sono davvero dei “cani sciolti” organizzati, almeno sotto il profilo logistico, per andare a Roma o il cronico individualismo dei freelance farà ancora una volta sentire il suo peso? Io sono disponibile. Chi altro ci sarebbe?