-5 all’apertura dell’attesissima assise romana sul lavoro autonomo indetta dall’Fnsi. Si sanno data (11 e 12/7) e luogo (la sede della Federazione). Ma il programma è vago. L’iscrizione, un mistero. E tutto è affidato all’autorganizzazione. Così la gente tentenna.
Non c’è nulla di più esplicito e di genuino della buona fede.
Quella, ad esempio, di una giovane collega capitolino-pugliese che, in ansia per il destino degli Stati generali in programma a Roma l’11 e il 12 prossimi, nonchè, in totale assenza di ragguagli pratici, per la sua partecipazione ai medesimi, così risponde a chi le consiglia di informare delle proprie intenzioni l’assostampa di riferimento: “Ma io non sono iscritta a nessuna assostampa e, quindi, per qualunque assostampa io sono nessuno: allora che senso può avere che uno sconosciuto informi dei propri programmi un estraneo? Cos’è, un accredito? E se, come probabile, l’assostampa (quale? Io sono iscritta all’OdG del Lazio ma lavoro in Puglia) non mi risponde, che devo fare?“.
Parole adamantine.
Alle quali i tanti che, in altrettanta buona fede e con encomiabile dedizione, sono impegnati nella promozione e nell’organizzazione della riunione, non sanno cosa rispondere.
Lo smarrimento della collega è molto diffuso.
E non è uno smarrimento pratico (chiunque è capace di arrivare da solo nella sede dell’Fnsi e di districarsi nella capitale), ma teorico. Cioé: alla fine, questi stati generali che rappresentano, che sono, chi vi è ammesso, a quali condizioni, con quali facoltà di intervento. Sarà un’adunata oceanica dal probabile esito anarco-assemblearista, una riunione tipo comitato centrale di tanti delegati ubbidienti e silenziosi o un appuntamento nel quale si dibatterà per davvero, si potrà confrontarsi?
Domanda finale del povero autonomo, precario, abusivo, freelance: nel dubbio, vale la pena di investire due giorni pieni, un viaggio a/r, quattro pasti più le inevitabili spese voluttuarie, se c’è il rischio di tornare con l’ennesimo pugno di mosche?
Così, giorno dopo giorno, il novero dei potenziali partecipanti si assottiglia e nelle pigre ma furbe stanze federali i soliti noti si sfregano le mani.
Su una cosa però non ci piove: salvo cataclismi, io ci vado.
Ne ho perfino informato (per ora senza risposta) l’assostampa della mia regione, di cui ovviamente non sono socio.
Insomma ho fatto tutto quello che dovevo fare. Tranne raccontare quello che succederà.
Sempre ammesso che succeda qualcosa. E che sia raccontabile.