Le classiche vendemmie fatte da studenti per pagarsi le vacanze? Archeologia. Ora per raccogliere l’uva si paga il padrone dell’uva. Se è famoso, si capisce: sgobbare nella vigna altrui a 33 euro l’ora piace molto ai masochisti ricchi (e a certi giornalisti).
Da sempre sugli scudi come esempio virtuoso di rettitudine morale e di abnegazione ultra vires, ancora una volta la categoria giornalistica può andare fiera di se stessa per aver tracciato – bruciando tutti sul tempo – nuovi stili di vita.
Siamo infatti stati i primi a saltare il fosso, creando (nostro malgrado) una nozione postmoderna di lavoro: quello cioè dove non ti pagano per lavorare, ma sei tu a pagare chi ti fa lavorare. Cortocircuiti logici o futuri luminosi e progressivi di una società del benessere dove chiunque può, a spese altrui si capisce, coltivare hobby a tempo pieno?
L’Italia è piena infatti di giornalisti-sognatori che per passione, missione, vocazione scrivono gratis. E sono disposti a fare carte false per vedersi pubblicati su uno straccio di giornale.
Così a Gordon Sumner, meglio noto come Sting, multimilionaria rockstar britannica già leader dei Police e ora anche assai poco socievole (dicono i confinanti) vignaiolo-olivicoltore nella tenuta dal Palagio, sulle colline tra Arezzo e Firenze, si è accesa la classica lampadina: se ci sono dei coglioni disposti a lavorare gratis per anni al solo scopo di vedere il proprio nome in fondo a un articolo, figuriamoci se non ci sono in giro per il mondo altri coglioni pronti a fare i contadini per me e disposti pure a pagarmi per l‘onore che gli concedo.
Detto fatto: come riferisce qui il Corriere Fiorentino (attingendo al Daily Telegraph), Gordon e la moglie Trudie Styler offrono ai ricconi (crasi di ricchi e coglioni) l’opportunità di raccogliere olive, potare le viti e svolgere lavori campestri nella loro augusta proprietà toscana dietro il lauto compenso di 262 euro al giorno.
Avete letto bene: due-sei-due, corrispondente a 32,75 euro l’ora.
Cioè più o meno al quadruplo della paga oraria di un operaio agricolo.
E al decuplo di quanto ottenuto dai volonterosi giornalisti che credono di costruirsi un futuro professionale concedendo la propria penna a 3 euro a pezzo.
Tre, però, i consistenti vantaggi per questa strana razza di volontari-paganti. Primo: a ognuno viene consegnato, come strumento di lavoro, un cestino, ovviamente vuoto (ma con le istruzioni d’uso, si specifica!), da riempire; secondo: svolgere lavori manuali in campagna è, teorizza il bucolico Sting, “terapeutico“. Infatti sono i lavoratori a pagare lui per ricompensarlo dei benefici offerti, versando euro terapeuticissimi per il portafogli del pur certamente non bisognoso musicista. Il terzo vantaggio è naturalmente il potersi vantare con gli amici di aver bagnato col sudore della propria fronte e il sangue del proprio conto in banca le riarse zolle dell’autore di “Message in a bottle“: “Sendin’ out an sos…“.
Dai campi, però.