Continuano in tutto il centro Italia le riunioni e i contatti tra gli “spontanei” e altri gruppi di agricoltori organizzati, con ponti lanciati anche verso Emilia e Lazio e addirittura con un “delegazione ufficiale” del comitato partita verso la Sicilia. Sebbene ancora sotto traccia, sale la tensione con le organizzazioni agricole e cominciano a circolare voci e smentite sulle reciproche strategie. Sebbene in modo ufficioso, la questione è già sui tavoli degli assessori regionali e provinciali, mentre sembra imminente anche un abbocco con il Ministero. Fioccano intanto le adesioni, incrementate dalla possibilità di aderire on line tramite il sito web.

Sono due i sintomi che svelano che la guerra sotterranea dichiarata da qualche settimana da un gruppo sempre più numeroso e variegato di agricoltori toscani partito da Siena al “sistema” delle organizzazioni agricole e, più in generale, all’insieme di istituzioni e norme che ha condotto il settore primario, a cominciare dalla cerealicoltura, sul punto di non ritorno, sta per divampare. Da un lato l’assordante e imbarazzato silenzio ufficiale delle organizzazioni stesse, timorose che molti associati sfuggano al loro controllo per aderire al movimento degli “spontanei” (e chi scrive è testimone diretto di copiose telefonate di interesse e solidarietà giunte ai vertici da parte di aziende agricole appartenenti a tutte le sigle – Coldiretti, Cia e Confagricoltura – a dimostrazione che la tensione è tuttaltro che una deriva interna dell’ex balena bianca), nei confronti di quanto sta accadendo. Dall’altro il fatto che, tanto per dissipare qualsiasi residuo dubbio che si tratti di un fuoco di paglia, il Comitato abbia aperto un proprio sito web per la raccolta delle adesioni e l’abbia chiamato in un modo che non lascia spazio a incertezze sulle intenzioni battagliere del gruppo: www.agricolturainrivoluzione.it.
Anche il mondo politico e istituzionale tuttavia, rimasto finora defilato nei confrontri del fenomeno degli “agricoltori ribelli”, ci risulta cominci a interessarsi della vicenda. Se non altro perchè le notizie che arrivano dai campi continuano ad essere drammatiche: nel decennio 2000-2009, ha annunciato oggi pomeriggio Eurostat, l’istituto di statistica dell’Ue, i redditi degli agricoltori italiani sono discesi in termini reali del 36%, quindi di oltre un terzo, a fronte di una crescita media degli altri paesi europei del 5,3%. Un dato che, anche da solo, la dice lunga sulle ragioni per le quali gli imprenditori agricoli delle aree più svantaggiate e dei settori più deboli abbiano deciso di scendere in campo e meditino ora clamorose iniziative di protesta.
Mentre in questi giorni un gruppo di “comitanti” è in Sicilia per stringere alleanze con gli omologhi gruppi sorti nell’isola, ci si prepara intanto anche allo sbarco a Roma al Ministero di giancarlo Galan e a Firenze, dove il neoassessore regionale Gianni Salvadori si è appena insediato.