Il Siena si suicida quando era in vantaggio e aveva la partita in mano, decisiva per mantenere le speranze di salvezza, a 11 minuti dalla fine. Ora il futuro è buio anche perchè, aldilà della buona prova individuale, le avversarie vincono e si allontanano. Brutto esordio in tribuna per Mazzaroma.
Si possono avere 12 punti alla 21° di campionato ed essere quindi con un piede in B, arrivare da 4 pesanti sconfitte consecutive, giocare in casa (bene) contro una squadra alla propria portata, andare in superiorità numerica, segnare a 13 minuti dalla fine e poi farsi pareggiare un minuto dopo su rigore con espulsione dell’ultimo uomo dopo aver subito un contropiede?
Sì, si può: è accaduto oggi in Siena-Cagliari (del resto anche a Milano contro l’Inter, in vantaggio 1-0, il Siena si era fatto raggiungere su contropiede) e le conseguenze, è ovvio, sono nefaste. Nefaste per mille ragioni. Perchè un pari casalingo che non serve a niente. Perchè la vittoria del Bologna col Bari ha allontanato ulteriormente la quota salvezza. Perchè è l’ennesima occasione sprecata. Perchè è il frutto delle solite distrazioni disarmanti. Perchè è anche il segno che, sfortuna a parte, tutto ruota contro in quest’annata infelice.
Non ci sono attenuanti, nè recriminazioni arbitrali (casomai era dubbia la posizione di Calaiò nell’azione del gol) stavolta. Il Siena ha disputato una partita di gran cuore, gagliarda, ben giocata, tatticamente coraggiosa. Azzeccata anche, nonostante i mugugni del pubblico, la mossa di far entrare Fini nell’ultima mezz’ora, per dargli la fascia e far accentrare il più pericoloso degli attaccanti bianconeri, ma troppo spesso spinto troppo sull’esterno, Maccarone. Buone tutte le prestazioni individuali, compresa quella del povero Cribari che, al 34′ della ripresa, si fa superare in tromba da Cossu e, quando questo oltretutto era già incespicato, lo ha sgambettato, facendosi espellere in quanto ultimo difensore. Rigore di Matri e 1-1. Si spengomo le luci e le sparanze sull’Artemio Franchi.
Ora il problema è a cosa attaccarsi per continuare a sperare. Il pubblico ci ha creduto, il tifo non si discute, ma lo scoramento è palpabile. Il tecnico Malesani fa quello che può, ma è evidente che, aldilà di ogni scelta tattica, i limiti sono quelli che sono e c’è poco da fare. L’impegno dei giocatori è stato encomiabile, difficile rimproverare qualcosa a qualcuno. Eppure i risultati sono questi. Oltre alla buona sorte, mancano forse il mestiere, l’astuzia, il cinismo.
La strada sembra dura, anche perchè domenica c’è la lanciatissima Roma.