E’ il Crete Senesi Rock Festival (www.cretesenesirockfestival.it), in programma a Rapolano Terme (SI) sabato 24 (Dirk Hamilton & the Bluesmen) e domenica 25 luglio (Willie Nile Band). Un vero tuffo nel passato, quando per il r’n’r si facevano pazzie che sembravano “normali” e quando, allora come oggi, il contatto con i musicisti ti riportava coi piedi per terra, sebbene dandoti l’ebbrezza di stare sulla luna. E tutto per puro godimento. Nella speranza che amici e appassionati vengano ai concerti, attenuando il (nostro) rischio economico e moltiplicando il comune godimento.


Non eravamo gli stucchevoli quattro amici al bar. Eravamo di più. E non eravamo al bar, ma a casa di qualcuno per le ricorrenti sedute della “Scuola Esegetica”, il nome prescelto tra il serio e il faceto per connotare le nostre riunioni di scambio discografico e di ascolto critico. Poi qualcuno si è tirato indietro e siamo rimasti in tre, come i tre somari e i tre briganti di Franco, Ciccio e Domenico Modugno. Tutti legati da un’amicizia ultratrentennale e dalla comune passione per il rock and roll in tutte le sue espressioni, purchè “adulte” (vade retro, dance, pop & entertrainment!).
L’idea di passare per una volta, dopo centinaia di concerti, dall’altra parte della barricata, era di per sè eccitante. Ancor di più, poi, se per organizzare lo spettacolo di alcuni dei nostri musicisti preferiti, “snob” (come li avrebbe definiti Nick Hornby) quanto basta da essere noti a un pubblico vasto, ma sparpagliato e quasi pulviscolare, di appassionati. E, oltretutto, in un contesto estetico, architettonico e paesaggistico che, per mille ragioni, esaltava il nostro coinvolgimento.
Insomma: si fa. Non c’è stato timore, patema finanziario, scoglio organizzativo, ostacolo burocratico che sia stato sufficientemente grande da fermarci. Con un sostanzioso, anzi indispensabile aiuto (va detto: grazie!) di altri amici e consorti, del Comune e di uno sponsor, il progetto è partito ed ora tutte le tessere stanno andando al loro posto. Al punto che stiamo già pensando a un’edizione invernale, ovviamente con artisti abbastanza rock snob da stimolare ulteriore adrenalina. Merito anche del teatrino ottocentesco da 250 posti che abbiamo scovato (mutatis mutandis, è una versione rurale del Bottom Line) e che per volumi, suono e atmosfere riproduce alla perfezione il contesto nel quale abbiamo sempre sognato di ascoltare quei musicisti.
Ora parte la fase di promozione. Perchè non è affatto facile raccogliere per due serate consecutive 250 persone paganti (anche se paganti poco: 22 euro per un concerto, 38 per tutti e due!), sapendo che la quota 80% è quella minima indispensabile per non andare “a bagno” con le spese.
Ma volete mettere la soddisfazione?