C’è chi ha gradito e chi meno. Come prevedibile, la mia proposta di costituire una “shadow cabinet” che possa contraltare, se non anticipare, la discussione in seno al convocando gruppo di lavoro sull’equo compenso, ha diviso. Il punto è capire perchè.
Strike: il dibattito è cominciato. E questa, in fondo, era la cosa più importante, visto che di sostanza si parlerà poco per un pezzo.
Mi riferisco al mio post dell’altro ieri (qui) con il quale, nelle lunghe more governative a cui pare relegata la convocazione dell’attesissima (dai giornalisti autonomi) riunione della commissione multilaterale sull’equo compenso, provocatoriamente proponevo la costituzione di una commissione-ombra a cui affidare proprio lo sviluppo preventivo del dibattito, delle considerazioni, delle proposte e delle strategie che usciranno dalla bocca dei sette saggi.
Per essere chiari: le grandi manovre per l’individuazione dei saggi-ombra è già in corso, la sede si è già trovata, insomma le cose navigano e io ve ne terrò ovviamente e puntualmente informati, non appena qualche boccia sarà ferma.
Sì, perchè le bocce sono in movimento.
E pare che a qualcuno, per colpa della mia improvvida (secondo lui) iniziativa, le medesime girino addirittura furiosamente.
Oddio, non che la cosa in sè mi dispiaccia. Del resto, si sa: c’è gente che non solo si sente investita dall’alto di certi ruoli, ma pensa che questi gli siano affidati in eterno e a dispetto di tutto, santi compresi.
E ovvio che, abituato a ritenere determinate posizioni “cosa sua“, questo qualcuno si senta minacciato se qualcuno osa ingerirsene.
Bene, vorrei rassicurare chi è nervoso: non spettandogli alcuna investitura divina, non è nemmeno il caso di temere per le proprie attribuzioni.
La commissione-ombra si farà. Chi avesse voglia e tempo di farne parte, me lo faccia sapere: non ho preclusioni, eccettuati i palesi conflitti di interesse.
Saranno poi i colleghi a giudicare se il lavoro svolto sarà stato di qualche utilità.
Intanto invito tutti, ma proprio tutti, ad affilare la dialettica e a offrire il proprio contributo mandandomi le loro riflessioni, proposte, controdeduzioni.
Sì, perchè lo scopo della commissione-ombra non è solo sviluppare delle idee, ma prevenire le controidee, cioè anticipare gli argomenti e le obiezioni della controparte editoriale.
Sia chiaro: non che finora siano mancate. Ma sono provenute sempre da individui o organismi singoli. Io vorrei invece che si sviluppassero in un continuo faccia a faccia e in una sorta di sede-ombra istituzionale.
Stay tuned, dunque!