Il nuovo scandalo che travolge il mondo del pallone è la dimostrazione che il vizio è sempre superiore alla virtù. E’ endemico e inarginabile. Si insinua ovunque: inutile scandalizzarci della nostra indole topesca, che tende a creare intese, collusioni, filarini nel nome del comune interesse. E’ un pietoso avanspettacolo. Prendiamolo come tale.
Se non fosse, come sembra, una cosa tremendamente seria, ci sarebbe da ridere. Perché il nuovo scandalo del calcioscommesse che sta dilagando in Italia, con gente in galera e campionati di B e Lega Pro a rischio (per ora e salvo ulteriori, probabili sviluppi), è ricco di scenari surreali. Degni delle migliori performance anni ’80 di Lino Banfi e Mario Carotenuto, Paulo Roberto Cotechinho e Annamaria Rizzoli nella parte della escort in era pre bungbunga.
Gli elementi ci sono tutti. Il narcotico maldestramente versato nelle borracce dei giocatori durante l’intervallo, come nei libri gialli, colla variante grottesca e imprevista dei malori dei narcotizzati dopo la partita e addirittura di un’uscita di strada (da colpo di sonno, si presume), che è poi l’episodio che ha dato il via all’inchiesta. Un presunto “grande vecchio” (il povero Beppegol Signori, speriamo sia innocente), che però con un colpo d’astuzia diabolica non si fa chiamare dai compici per nome, no, ma con espressioni altamente misteriose (“quello dei 200 gol in serie A”, caspita che trovata a prova di Sherlock Holmes, immaginate se al posto suo avessero arrestato per sbaglio Baggio o Totti, o l’ancora più criptica “Beppe nazionale”, ohibò), l’immancabile “banda degli zingari”, cricca malavitosa balcanica che fa comunella coi mariuoli all’amatriciana di casa nostra. E poi l’ex terzino divenuto velino televisivo (Bettarini), una “bandiera” al tramonto (Doni), altri ex giocatori, mezze figure del calcio giocato minore (calciatori dell’Ascoli), dirigenti, maneggioni, tabaccai e perfino un portiere di Lega Pro, recidivo e millantatore (avrebbe dato ad intendere di aver avvicinato alcuni colleghi del Lecce per convincerli a perdere con l’Inter per almeno 3 -0: poi finì solo 1 – 0 e lo stesso Signori ci avrebbe rimesso 150mila euro). Strano che il responsabile non ci abbia lasciato le gambe. Anzi, le mani.
Insomma un carro di Tespi, con nani e ballerine al seguito, dove però non c’è tragedia, ma al massimo un dramma satiresco.
Personalmente tendo ad essere garantista e innocentista, può anche darsi che tutto finisca in una bolla di sapone, ma parrebbe strano se i magistrati avessero preso proprio fischi per fiaschi.
Che tristezza. Atalanta e Siena, appena promosse, che vedono messa a rischio la risalita in A. Certo, le società non dovrebbero entrarci, ma spesso i terremoti non sono selettivi, travolgono tutto senza sottilizzare troppo e questo rischia d’essere proprio uno tsunami pedatorio. Il calcio italiano ancora una volta sputtanato. Veleni, sospetti, interessi inconfessabili, la logica topesca di un mondo di cartone ma placcato oro, con tanti boccaloni (compreso il sottoscritto) che, a volte pure turandosi il naso, tentano di crederci.
Aiuto!