Domenica 26 alle 11, al Museo della macchina da scrivere più grande d’Europa, gli articoli su Trani&vino scritti in diretta (come, è ovvio) da me, Pignataro, Brozzoni, Peragine e discussi in pubblico; alle 18 a Palazzo S. Giorgio evento enomondano con produttori di tutta Italia. Vietato mancare.

 

Domenica prossima sarò a Trani per un’iniziativa che si chiama Vin’a Trani.
Indovinate di che si parlerà.
Eppure non berrò.
O meglio berrò, spero. Ma dopo.
Perchè mentre nel pomeriggio di domenica 26 marzo sarò impegnato a Palazzo San Giorgio a (de)libare nei lieti calici i tanti bei vini pugliesi e non a cui è dedicato l’appuntamento enomondano della giornata (i dettagli qui), la mattina sarò invece con due amici-colleghi d’antico (non solo professionale) pelo a battere sui tasti di una vecchia Lettera 32.
Preciso, proprio quella: la gloriosa macchina da scrivere. E se non sarà una Lettera 32, sarà comunque un altro aggeggio meccanico che fa tic-tac e ha il nastro inchiostrato scorrevole (sono curioso di sapere se esistono ancora e come faranno gli organizzatori a trovarli).
Sì, perchè s’è scoperto che a Trani – oltre al vino, alla celebre cattedrale e al mare su cui si affaccia la bellissima città – hanno pure un museo dedicato a quegli strumenti di scrittura dei quali, fino a trent’anni fa, non si poteva fare a meno.
Da qui l’idea diabolica della consulente enogastronomica Francesca de Leonardis e di Michele Matera del ristorante Corteinfiore: chiamiamo un po’ di giornalisti dei tempi eroici, che abbiano conosciuto l’ebbrezza cartacea, e chiudiamoli un paio d’ore dentro Palazzo Lodispoto, sede del più grande museo d’Europa dedicato alla macchina per scrivere, a mettere nero su bianco i loro pensieri sul rapporto tra Trani e il vino.
Il frutto di tanto ticchettìo sarà poi oggetto di una pubblica riflessione, moderata dal giornalista del “Corriere del Mezzogiorno” Pasquale Porcelli.
Ebbene, i prescelti per l’ardua prova sono stati Gigi Brozzoni, curatore della Guida Oro – I Vini di Veronelli, Michele Peragine, giornalista RAI e presidente dell’AGAP (Associazione Giornalisti Agroalimentari Puglia), il promettente Luciano Pignataro de “Il Mattino” di Napoli, autore di uno dei più seguiti blog di enogastronomia e ben noto ai lettori di Alta Fedeltà in quanto membro del famigerato gruppo IGP, e ovviamente il sottoscritto.
Ammetto che il pensiero di misurarmi nuovamente con la macchina da scrivere mi intriga parecchio.
L’ultima volta che l’ho usata è quando ho dato l’esame da giornalista e all’epoca già non la toccavo da un quindicennio. Ma ad esempio è difficile spiegare, a chi non l’ha mai provata, la libidine dello strrrapppp che segnava la frettolosa estrazione a mano, dal carrello, della cartella dattiloscritta (o anche l’ira di doverla buttare via e riscrivere da capo, in verità). E la botta di adrenalina provocata dal colpo secco di leva che, con un solo movimento e un track!, consentiva di riportare a capo e di scendere di riga.
Ogni volta che la tiravo, mi pareva di tirare la leva del tremolo delle Fender di Ritchie Blackmore e delle Gibson di Jimmy Page. Una sorta di svisata letteraria, insomma.
Già: e se l’anno prossimo facessimo Disc’a trani, dedicato a vino e vinile?
Sarebbe un’ideina
PS: che c’entra il treno? C’entra, perchè una volta tanto, ci vado in macchina