Decisivo passo in avanti per la tutela della salute pubblica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, impegnata in un’accorata quanto indispensabile opera di prevenzione delle malattie, diffonde finalmente l’agognata tabella che spiega ai poveri babbei primitivi, cioè noi, come compiere una delle più istintive, quotidiane e banali operazioni di pulizia personale. Con linguaggio ridicolmente burocratico (“strofinare attraverso rotazione”?!?) e involontaria comicità. Si attende ora con ansia il manuale, in almeno tre tomi illustrati, sulle più efficaci tecniche di igiene orale, con appendice su come strizzare il tubetto del dentifricio.

Quando, sulla porta della toilette di un locale pubblico, l’ho vista affissa, ho pensato che fosse la mappa delle vie di fuga in caso di incendio. Poi ho guardato meglio, ma ho dovuto lo stesso stropicciarmi gli occhi: quella che avevo davanti era la tabella delle istruzioni per lavarsi le mani. Sì, le mani. In dodici mosse. Compresi alcuni passaggi estremamente complessi e di solito omessi, tipo “bagnarsi le mani” e insaponarsele. Non meno istruttivi gli step successivi, come quello che spiega quando si debba “strofinare attraverso rotazione, all’indietro e in avanti con le dita della mano destra sul palmo sinistro e viceversa”. Capperi: una rivoluzione, anzi una rivelazione copernicana! Come avremo fatto a sopravvivere finora senza questo indispensabile bigino? La tabella entra poi ulteriormente nel dettaglio. Raccomanda, ad esempio, di risciacquare le mani dopo averle lavate. Ma va, davvero? E pensare che io le ho sempre tenute insaponate, ecco perchè poi, a tavola, le posate mi scivolavano dalle dita. Fondamentali, in coda, l’appello ad asciugarle e la constatazione finale: “ora le mani sono pulite”, recita trionfante il vademecum.
Fantastico, davvero.
E’ per merito di operazioni come questa che l’Onu giustifica l’esistenza sua e quella delle sue più variegate agenzie.
Grazie, OMS. Come faremmo senza di te?