Non ho mai fatto mistero della mia totale avversità per la tecnologia nello sport, che priva quest’ultima della secondo me indispensabile prevalenza umana, errori compresi.
Dedicai all’argomento anche un celebre post ( http://www.alta-fedelta.info/w-i-gol-fantasma-i-fuorigioco-non-visti-e-perfino-le-gomitate-proditorie-se-a-rilevarli-non-e-locchio-umano-perche-secondo-me-la-tecnologia-deve-stare-lontano-dal-calcio-e-dallo-sport-in-genera/) che mi valse un pubblico contraddittorio su Rai Uno anni fa.
Eppure si è riusciti a far di peggio: una Var letta da arbitri, affidata ad arbitri e coll’opinabilita’ di un arbitro, cioè un papocchio che aggiunge un occhio fallace in più ai già cinque miopi o inutili, per non dire peggio, in campo. Oltretutto responsabile di pallosissime sospensioni che spezzano il pathos generando, tuttavia, ulteriori errori.
E infine, pur con tutto questo ambaradan, se un arbitro sbaglia lo si mette “a riposo”.
Ma che vuol dire?
Perché si punisce un arbitro che sbaglia?
Se non è in malafede, non è punibile.
O si insinua che l’abbia fatto apposta?
Se l’errore è commesso nonostante la Var, la Var a che serve? E in questo caso perché non si mettono a riposo, o si giubilano, gli arbitri che guardano la Var?
Qual è la logica di un sistema di arbitraggio elettronico fallace?
In altre parole, a che serve avere un occhio tecnologico se poi le vedute di questo le valuta un umano?
Sarebbe come se il responso della goal technology, per essere validato, dovesse essere rivisto da un arbitro.
Aff…tutta questa baracconata!