Bene, ieri si è finito di votare per l’Inpgi, la cassa di previdenza dei giornalisti, e oggi abbiamo i risultati. Tutto come da copione: affluenze ridicole e trionfo del gioco di partiti e di correnti, senza che purtroppo i gorghi di quest’ultime travolgessero tutto (ma non è ancora detto).
Mi sono accuratamente astenuto sia dal candidarmi (ci sarebbe mancato altro), sia dal fare campagna elettorale: mi sono limitato, quando potevo o se me lo chiedevano, a suggerire il nome di alcuni candidati che conoscevo e che stimavo, a prescindere dalla parrocchia di appartenenza e sempre ammesso che ne avessero una.
Qualcuno è stato eletto, con un numero di voti tale da farmi escludere che il mio appoggio abbia in qualche modo contribuito.
Comunque buon per loro, sono persone per bene.
Sul resto invece mi taccio.
L’unico sollievo è pensare che, vista l’inevitabile catastrofe finale, un altro passo è stato fatto e che un altro dente ce lo siamo tolto.
Poi, si salvi chi può.