Si apre oggi nelle Crete Senesi l’Asciano Suono Festival, kermesse “per unire i suoni di questa natura con i suoni del mondo” ideata da Cesare Picco. E dopodomani sarò di scena anch’io: non per suonare, ovviamente, ma per parlare di musica.

 

Il tema è impegnativo, ma non potevo tirarmi indietro.

Un po’ perchè mi intriga, un po’ perchè l’invito mi lusinga, un po’ perchè gioco in casa e quindi nemmeno per questo avrei potuto ritrarmi. E un po’ perchè parlare di musica è la cosa che preferisco, dopo ascoltarla naturalmente.

Insomma domani sera alle 18.15 sarò sul palco per conversare col maestro Cesare Picco – pianista di fama, ideatore e direttore artistico dell’Asciano Suono Festival, che va in scena dal 5 al 9 luglio nelle Crete Senesi (il programma è qui) sotto il binomio, senza dubbio stuzzicante, di musica&paesaggio – su “il suono della tradizione“.

Quale sia in sostanza questo suono, se il suono può avere una sostanza, proveremo a cercarlo insieme Cesare ed io. Una falsariga non c’è e il divertente sarà proprio trovarla, giocando sul ruolo delle parole e delle musiche. A cavallo forse, permettetemi l’eresia, tra Guenon e il karaoke.

Perchè quelli che si intrecciano attorno alla nozione di musica tradizionale sono fili tanto numerosi quanto sottili. Una tela di ragno in cui però il rischio di intricamento è altissimo, ma anche ove la ricerca di quello di Arianna è entusiasmante, al pari dell’idea di riannodare quelli interrotti e magari individuare legami nuovi (“the ties that bind“, vi ricorda qualcosa?).

Credo insomma che sarà un’oretta di chiacchierata interessante.

Avendo deciso, come al solito, di parlare a braccio senza preparare nulla e tantomento scrivermelo, faccio un po’ di esercizio spirituale-comparativo ascoltandomi in loop questa roba qui (e, lo confesso, molto altro):

Kate Rusby, Recruited Collier
Dick Gaughan, Willy O’ Winsbury
Dick Gaughan, Recruited Collier
Anne Briggs & Bert Jansch, Blackwater Side
Comunque, tranquilli: non si parlerà solo di cose albioniche, anzi…