All’appuntamento fiorentino, convocato da Assostampa Toscana, affluiranno colleghi da tutta Italia per “lavorare su proposte concrete capaci, anche a prescindere dai posizionamenti congressuali, di dare gambe al lavoro giornalistico”.
L’appuntamento è per domani, 14 novembre, in Regione Toscana dalle 10 alle 17. Lo scopo, molto ambizioso: “Per sgombrare il campo da ogni equivoco, vista la prossimità di questa iniziativa con le scadenze elettorali, penso a qualcosa che non sia né un’assemblea-passerella di liste e tanto meno un luogo dove si verificano equilibri e “ci si conta”, ma semplicemente (se si vuole, più modestamente) una possibilità di lavorare su proposte concrete che, anche a prescindere dai posizionamenti congressuali, siano capaci di dare gambe al lavoro giornalistico, ai suoi diritti, alla sua dignità: 1) Regole, servizi, partecipazione, rapporti con le regioni: il sindacato che vogliamo; 2) Lavoro autonomo: per un sindacato di tutti; 3) Al congresso per cominciare a riscrivere il contratto“, ha annunciato, nel bando programmatico, il presidente dell’Ast Paolo Ciampi.
Sono stato invitato anch’io, ma penso che non ci andrò, nonostante variegate, pressanti e a volte anche sospette insistenze.
Ecco perchè:
1) non sono socio Fnsi (e questo già basterebbe);
2) non credo più nell’Fnsi come istituzione ed anzi sono convinto della sua influenza ormai gravemente negativa sulla professione;
3) non credo nemmeno alla capacità dei suoi vertici (non in senso di stretta maggioranza, ma più in generale di leadership e di mentalità, anche a prescindere dalle correnti) di intercettare le esigenze odierne: se ne fossero capaci, anche loro sarebbero ormai fuori dal sindacato e non dentro;
4) Fnsi era nata per difendere altro: infatti con la testa, la struttura e il dna lì è rimasta;
5) viste le premesse, non ho contributi da dare nè idee da suggerire che non siano già arcinoti;
6) mi piace la coerenza: io sono anti-Fnsi e mi parrebbe un po’ ridicolo, anche se fossi bene accetto, andare a ronzare in casa di chi critico;
7) nonostante le apparenze, infine, non mi piace litigare, nè polemizzare gratuitamente, nè provocare, nè essere provocato e lì ce ne sarebbe ben donde.
Tutto ciò fermo restando che lì saranno presenti anche ottimi amici, eccellenti colleghi e persone che stimo a prescindere.
A loro auguro buon lavoro.
Cosa potrebbe spingermi a cambiare idea e a presentarmi domani?
Non lo so. Forse solo la voglia di incontrare qualche amico. O quella di tenermi aggiornato su ciò che bolle in pentola, nonostante la convinzione di saperlo già in anticipo.
Il fatto è che certe occasioni tendono sempre più spesso a trasformarsi anche in rimpatriate.
E io forse sto invecchiando…