Nata come scampagnata tra buontemponi che godevano ad ammazzarsi di fatica camuffati da Binda e Girardengo, la corsa tra i più impervi tracciati a sterro senesi è divenuta un evento turistico-sportivo, con tanto di megasponsor. A primavera si misurano i professionisti, in autunno i dilettanti, sempre con gran battage propagandistico. Il tutto in disprezzo, se non a dileggio, di chi tra mille difficoltài lungo quelle strade bianche ci abita, ci lavora e che, da tale condizione, ottiene solo danni e disagi.

Premettiamo che non abbiamo nulla contro lo sport nè contro il ciclismo.
Ma che effetto farebbe a chi muore di sete nel Sahel vedersi disputare davanti a casa i mondiali di nuoto, con piscine piene di migliaia di ettolitri di preziosa acqua? E agli abitanti delle favelas che effetto farebbe vedersi disputare tra le baracche i tornei di golf professionistico, dove i green sono puliti come panni da biliardo? O ancora, che effetto farebbe a chi è colpito dallo tsunami vedersi arrivare orde di surfers eccitati all’idea di cavalcare le onde anomale seminatrici di morte e distruzione? E il tutto solo e perchè lo scenario è particolarmente “pittoresco”?
Per capirlo, a marzo e a ottobre di ogni anno, basta venire nelle Crete Senesi e chiedere agli indigeni (quorum nos) che ne pensano de “L’Eroica”, la corsa ciclistica nata anni fa per rinverdire goliardicamente i fasti del ciclismo d’antan e trasfomatasi nel tempo in un evento mondano chic, a cui da un lato partecipano dilettanti fintopoveri disposti a sborsare milioni per la maglietta sponsorizzata Molteni di Vittorio Adorni nel 1964 o una pesantissima bici a ruote piene degli anni ’20, dall’altro gli stessi sponsorizzatissimi professionisti che animano il giro d’Italia e le classiche del nord sul pavè.
Sì, perchè costoro, che la propaganda pomposamente battezza (figuriamoci) “eroi della polvere” solo perchè affrontano un dozzina di km di erte salite e discese sterrate, percorrono con diletto le medesime strade che ogni giorno centinaia di abitanti di quelle lande battono più volte ingoiando, loro sì, chili di polvere. E mica per divertirsi. Per fare che cosa, allora? Ad esempio per andare nel capoluogo ad approvvigionarsi di acqua potabile visto che, nell’anno di grazia 2010, molte di quelle zone (perfino quelle lambite dalla strada e a 3 km in linea d’aria dal paese) non godono di un acquedotto. Impossibile? Provare per credere! Oppure per andare a depositare nei cassonetti comunali, a 7 km di distanza (cioè in paese, è ovvio), i sacchetti della nettezza urbana, perchè a detta di Sienambiente, la società appaltatrice del servizio di raccolta, “la strada è tanto acclive che i camion non possono percorrerla”. Possono però percorrerla, strano!, i moltissimi autorimorchi da 300 quintali degli agricoltori che quotidianamente trasportano concimi e sementi. Diverse percezioni della medesima “acclività”? Può darsi…
Ironia della sorte, comunque, proprio dove lo sterrato finisce c’è una megadiscarica che da anni dovrebbe essere chiusa, ma è ancora lì, bella puzzolente. Non è il punto ideale per rinfrescare i polmoni dopo la faticaccia…
Ma non basta. Le terribili salite su cui si avventurano i nostri animosi “eroi della polvere” non possono essere percorse neppure dai pulmini degli scuolabus: ne deriva che i poveri genitori devono quotidianamente scarrozzarsi su e giù i pargoli con la propria auto. E facendo pure attenzione a non metter sotto qualche prode pedalatore. Perchè, se mal gliene incogliesse, incorrerebbero nei fulmini delle guardie comunali: sulla strada suddetta, infatti, nei giorni di gara il transito è vietato tra le 13.30 e le 15.30, ovverosia proprio l’ora in cui si torna da scuola o dal lavoro e poi si riparte.
Ma che ci volete fare, gli emuli di Bartali per un giorno si devono divertire. Mentre, per gli altri trecentossantaquattro, i residenti devono piangere.
Allora vi chiediamo: gli eroi siamo noi o loro? E a voi non darebbe un tantino fastidio vivere in una casa senz’acqua e sentire dare di “eroe” a chi per diporto viene a guardarvi con curiosità mista a compatimento, neanche foste un buon selvaggio e scimmiette in gabbia allo zoo?
Dite, gente, dite…