Tutti a scrivere che era ora che gli Oscar si ricordassero di Morricone.
Dissento.
Morricone è, ovviamente non da ora, molto più grande delle mascherate dell’industria americana del cinema, di cui la statuetta è espressione.
E quindi non c’era certo bisogno del soprammobile kitsch per sancire la grandezza del compositore, consolidata in decenni di capolavori intrinseci e tali a prescindere dal committente.
Volendo vederla in bene, questo riconoscimento che arriva dopo 50 anni è casomai un oltraggio.
Infine (non si dovrebbe dire, ma io non sono politicamente corretto), certi premi di grande eco mediatica planano da noi proprio quando altre e più complesse ragioni di geopolitica fanno pensare che i reali motivi dell’attribuzione siano altri.