Caro signor cinghiale,
capisco che anche per te sia stata un’estate asciutta e assolata e che, pertanto, stanotte fossi eccitatissimo per le annunciate piogge in arrivo.
Capisco anche che, al party propiziatorio organizzato per la circostanza tra vigne e oliveti, avessi invitato per festeggiare i consimili con i quali condividi l’unghia, come i caprioli, e che ti valgono lo strano nomignolo di ungulati che tanto spesso compare – con commenti invero non troppo lusinghieri – sui titoli dei giornali.
Capisco pure, pensa quanto sono avanti, che non sia piacevole sapere che un sacco di gente vuole spararti addosso o sterminarti in altri modi, solo per il fatto che, affamato come sei a causa della sovrappopolazione e di qualche imbecille che ti ha incrociato scopo divertimento con prolificissime e gigantissime varietà straniere, ora sei costretto a grufolare perfino nei cassonetti delle periferie cittadine.
Eppure, ti giuro: quando stanotte ci siamo guardati negli occhi, trovandoci a stretto faccia a faccia nel mezzo di quella strada di campagna, eri tu che cercavi di investire me e non io te.
Sì, lo so, tu stavi solo attraversando la carreggiata con quella decina di tuoi amici, forse un po’ brilli per le libagioni della festa. E, è vero, qualche metro prima proprio da lì erano passati sani e salvi quattro bei caprioli, credo reduci anche loro dal lauto banchetto nei poveri campi di qualche sconsiderato agricoltore circostante.
Ma, perdirindina, se non vuoi finire sotto le mie ruote, magari mandando fuori strada la macchina e al Creatore me e chi viaggiava con me, la prossima volta dai un’occhiata: mica c’erano le strisce!
No, perchè in quei cinque chilometri, mica cinquecento, che ho fatto nel buio tornando a casa, di tuoi compari ne avevo già incontrati parecchi, tutti alticci e tutti parecchio distratti come te.
Vi ho scansato per miracolo, come quell’altro paio di pasciuti bambi sbucati dall’oscurità, del resto.
Ma hai mai pensato a che sarebbe successo se fossi stato io ad essere un po’ sovrapensiero o se, invece che al volante, fossi stato al manubrio di una moto o di una bici? O se la strada, anzichè sterrata e tutta curve, fosse stata una quattro corsie dove si va a 100 all’ora?
Insomma, te lo dico chiaro e tondo: alla prossima occasione, anzichè buttarmi nella zanella e rischiare di fare un incidente, ti vengo addosso e chi si è visto si è visto. Lo so bene che ho tutto da perderci, perchè tu hai chi ti protegge (a cominciare da quelli che fanno finta di darti la caccia e che invece hanno tutto l’interesse a farti sopravvivere, sennò la volta dopo con che si divertirebbero?), che i carrozzieri costano cari e che i politici pensano ai voti, mica agli automobilisti.
Ma io, ti avverto, sono stufo e a costo di mettere sul paraurti la griglia come nella savana o il dissuasore antimucca come nelle locomotive del vecchio west, prima o poi un bel colpo te lo do.
Cinghiale avvertito, mezzo salvato.

Ps: a colpo dato, andrò a battere altri colpi sul tavolo dei responsabili del tuo mancato controllo e nemmeno per loro sarà una bella esperienza.