Il 23/5 (e il 30/5 per i ballottaggi) si tengono le elezioni per i rinnovi dei consigli regionali dell’Ordine dei Giornalisti. Spinto (e lusingato) dalle insistenze di molti amici, ho deciso di accettare. Qui sotto il mio “manifesto” elettorale, basato su una convinzione: per essere creduti occorre essere credibili, ma per essere credibili occorre essere adeguati. Essere adeguati significa anche avere il coraggio di guardare al proprio interno e cambiare le tante cose che non vanno, senza nascondere lo sporco sotto il tappeto.
Cari amici,
visto che in molti me l’hanno chiesto, ho deciso di candidarmi per il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, che si rinnoverà con le elezioni del 23/5 prossimo. Dopo oltre vent’anni di professione, prima da pubblicista e poi da professionista, posso mettere così a disposizione di tutti la mia esperienza.
Lo faccio, come chi mi conosce meglio sa bene, per puro spirito di servizio, senza alcuna ambizione carrieristica né appartenenza di carrozzone o di partito.
Fin dall’inizio ho scelto il giornalismo in forma di libera professione. Ciò mi ha permesso di conoscere a fondo – navigando tra decine di redazioni di quotidiani e di periodici in tutta Italia – i problemi, le dinamiche, i segreti del mondo dei cosiddetti freelance. Categoria per la quale mi sono speso tante volte, sia nell’associazionismo e nel sindacato, sia come docente della materia all’Istituto di Formazione per il Giornalismo “Walter Tobagi” di Milano.
Ma ho anche avuto modo di vivere dall’altra parte della scrivania, imparando a conoscere le esigenze e le giuste rivendicazioni di chi sta in redazione.
Il doppio punto di osservazione mi ha molto aiutato ad acquisire una visione allargata e trasversale dei problemi della categoria, che oggi ha soprattutto bisogno di essere rilanciata e difesa nella sua unità, nonché tutelata nelle sue articolazioni regionali.
Non ho dubbi sulle priorità da perseguire:
1. Rivalorizzazione della figura, del prestigio e del ruolo del giornalista nella società odierna, anche attraverso un profondo esame di coscienza e la rimozione delle sacche di inadeguatezza e di impunità che danneggiano tutta la categoria;
2. Adeguamento normativo alla moderna realtà della professione;
3. Tutela seria e vera dei liberi professionisti, tassello insostituibile del sistema dell’informazione, attraverso l’affrancamento dallo sfruttamento e dai vuoti normativi (tariffario, contratto, assicurazioni, formazione) che li penalizzano;
4. Recupero delle specificità dei pubblicisti e dei professionisti;
5. Agevolazione del passaggio ai professionisti dei pubblicisti che esercitano a tempo pieno (e in ogni forma) l’attività giornalistica;
6. Riqualificazione della figura dell’addetto stampa, “collega tra i colleghi”, anello di congiunzione e di garanzia tra chi produce e chi riceve informazione;
7. Rimodulazione delle soglie di accesso alla professione, che sono la prima ragione del declino di qualità, credibilità e affidabilità della categoria;
8. Ripensamento della disciplina e delle tutele del lavoro giornalistico precario;
9. Riacquisizione della formazione professionale come cardine del procedimento per “divenire giornalista”, affinché i nuovi colleghi – professionisti e pubblicisti – possano entrare nell’albo con consapevolezza e preparazione.
Se ti rispecchi in uno o più di questi punti, il 23 maggio scrivi STEFANO TESI in una delle sei righe bianche sulla scheda.
Resto a disposizione di tutti i colleghi per qualsiasi chiarimento, approfondimento e arricchimento.