L’OdG toscano interviene per arginare la frequente trasformazione degli eventi formativi in risse verbali. E, in caso di intemperanze, “autorizza relatori e tutor a interrompere il corso di formazione che, di conseguenza, non fornirà i crediti previsti“. I facinorosi sono avvertiti.

 

Quella dei giornalisti è una categoria proverbialmente riottosa. Ma nella maggior parte delle volte non – come spesso invece si ama far credere – per il suo incomprimibile amore di libertà, bensì per crassa ignoranza. O per patetico opportunismo. O per squallido menefreghismo. O per banale ottusità di qualcuno dei suoi membri.
Non ho difficoltà a riconoscere, del resto, che dopo la visita di leva l’occasione in cui ho potuto incontrare i più vari (leggasi deteriori) tipi umani è stato proprio all’esame di abilitazione professionale.
In tempi recenti il meglio, o diciamo il peggio, di sè molti colleghi lo stanno dando con l’incomprensibile resistenza passiva, se non l’espresso sabotaggio, opposti all’obbligo della formazione permanente continua, insomma i corsi che tutti gli italiani iscritti a un ordine professionale (non solo i giornalisti, quindi, e in virtù di norme Ue e non di capricci dell’OdG) sono tenuti a frequentare.
Intendiamoci: entro certi limiti un qualche fastidio e l’insofferenza, perfino la noia o la fatica, si possono comprendere, così come si può comprendere l’irritazione quando – e capita sovente! – i corsi sono insoddisfacenti, male organizzati, inadeguati, inutili.
Ma da qui a trasformare tali eventi, in gran misura oltrettuto gratuiti, in gazzarre accese come assemblee sindacali, per non dire in risse verbali o in contestazioni non si capisce bene contro chi o cosa, da parte di soggetti sovente poco consapevoli della professione propria e altrui, ce ne corre.
Invece succede.
Non sono tre settimane che un collega, recatosi a Firenze per un corso “deontologico“, mi raccontava sbalordito della caciara senza controllo in cui la riunione era sfociata dopo meno di un’ora grazie all’accozzaglia di rivendicazioni fuori tema, proteste generico-capziose, pretese di consulenze personali e istanze anarchiche che hanno reso impossibile la prosecuzione del corso, trasformando l’appuntamento da occasione formativa in colossale (crediti ottenuti a parte, che ovviamente sono stati pretesi) perdita di tempo. Per modalità, mi raccontava l’amico, tutto faceva pensare che la cosa fosse addirittura premeditata.
Beh, non dev’essersi trattato di un caso isolato se, pochi giorni dopo, l’Ordine della Toscana se n’è uscito formalmente sul proprio sito istituzionale con un ammonimento di questo tenore: “Formazione Giornalisti: Odg Toscana invita a tenere un comportamento corretto durante i corsi. In caso contrario i tutor saranno autorizzati a interrompere il corso formativo. Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana ha preso atto con rammarico del ripetersi di spiacevoli e inopportuni episodi nel corso di eventi formativi a causa dell’intervento di giornalisti che hanno utilizzato gli incontri per esporre casi personali, situazioni di controversie con colleghi, vicende sindacali o di altro tipo che niente avevano a che vedere con l’argomento dei corsi. Si è purtroppo constatato che a niente sono servite le richieste di relatori e di tutor di osservare un comportamento corretto e rispettoso degli altri colleghi, non interessati ad essere coinvolti in vicende che non li riguardano, e che il reiterarsi di questi spiacevoli interventi rischia di compromettere l’efficacia degli eventi stessi. Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana sollecita tutor e relatori a non permettere interventi di tale genere e a segnalare prontamente il nominativo di chi intendesse non attenersi a un comportamento corretto e rispettoso dei colleghi. A tal proposito, il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana si impegna a presentare immediatamente un esposto al Consiglio territoriale di disciplina. Nel caso che l’invito a osservare un comportamento corretto non venga accolto immediatamente, il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana autorizza relatori e tutor a interrompere il corso di formazione che, di conseguenza, non fornirà i crediti formativi previsti“.
Altro da aggiungere?
Direi di no: quanto io stesso, da solo, ho potuto talvolta constatare dell’incredibile incongruenza di certi interventi, interruzioni e perfino provocazioni, basterebbe e avanzerebbe.
Ferma la libertà di ognuno di dissentire dall’opportunità dei corsi medesimi e di sottrarsi, purchè poi ne accetti anche le conseguenze, al relativo obbligo, non si vede perchè si dovrebbero tollerare le intemperanze dei contestatori di professione. Che a volte somigliano ai capi dei tifosi in curva, quelli che per tutto il tempo stanno spalle al campo e voltati verso il pubblico per aizzarlo, ma poi la partita devono farsela raccontare da chi l’ha vista.