Lo riconosco, a volte sono ripetitivo. Ma non intendo minimamente contestare il diritto che ha ognuno di fare ciò che vuole, incluso guardare i suoi programmi TV preferiti, qualunque sia il livello dei medesimi.
Tanto premesso, resta per me assolutamente insondabile il motivo dell’isterismo collettivo e trasversale – ricchi, poveri, colti, ignoranti, intelligenti, cretini, etc – che coglie tutti o quasi, giornalisti compresi, quando c’è il festival di Sanremo.