Oggi dopo pranzo è arrivata una notizia che è stata peggio di una scarica elettrica e ha precipitato in uno scorforto incredulo tutto il mondo italiano del vino. Il mio saluto a un caro amico e collega scomparso.
Caro Giampaolo,
non sai quante volte mi è capitato di ripensare, tra speranza e delusione, a quell’enoderby tra giornalisti e produttori di vino – da giocarsi nell’infuocata arena di Montalcino, a margine di Benvenuto Brunello – al quale tante volte mi avevi invitato a partecipare e che, poi, non si è più giocato tra impegni sopraggiunti, bidoni dell’ultimo minuto, degustazioni incombenti e le ginocchia pericolosamente scricchiolanti dei più. Che anno era? Il 2013 o il 2014? Non lo so più.
Il tempo è passato e ci siamo giocati altre partite, professionali e non: qualcuna vinta, molte perse, ma sempre con onore e tenero disincanto.
Ora però vengo a sapere che non ne giocheremo mai più alcuna, per via di un infortunio del destino che ti ha sottratto a tutti noi. Stanotte. O forse stamattina presto, chissà.
Io sono stato informato poco fa ed è una notizia di quelle che ti lasciano scioccati, impotenti e anche un po’ incazzati. E che poi virano in malinconia, riportando alla mente le cose vissute insieme, le occhiate d’intesa e certi oscuri sguardi guizzanti grazie ai quali non c’era bisogno di dirci a voce che ci eravamo capiti.
Mi è difficile continuare a scrivere e, proprio perchè so che capirai, mi fermo qui.
Fai buon viaggio,
S.