Inventata una “scatoletta” che, collegata al computer, intercetta i termini sconvenienti battuti sulla tastiera e li “sanziona” sganciando bombolette puzzolenti. La censura “olfattiva” inventata da uno studente americano dal nome impronunciabile (saranno stati “bombardati” anche i genitori per averlo scelto?). Ormai siamo alla frutta: l’idiozia sanzionatoria ha tracimato.
Si chiama “Bocca di Pepe” (in inglese Pepper Mouth) e (ne parla il Corriere on line qui) vorrebbe costituire il succedaneo dei vecchi scappellotti dei maestri all’antica o di quando, metaforicamente, si diceva dei bambini che usavano parole poco urbane che gli si “sarebbe messo volentieri il pepe sulla lingua”. Roba da educazione ottocentesca e pure ipocrita: come se non fosse chiaro che tutti conoscono il turpiloquio, che regolarmente lo usano, che l’importante è saper quando usarlo e quando non e, soprattutto, che ognuno è libero di farne l’uso che crede, salvo assumersene le responsabilità.
E invece…invece perfino la tecnologia giunge ora in soccorso di questo stucchevole neoperbenismo all’americana e di questa società buonistico-paternalistica che vuole, anzi pretende, di controllare, verificare e perfino sanzionare ciò che dici, ciò che pensi, come lo pensi, ciò che fai a letto e al cesso, cosa sottintendi, cosa non devi pensare nè sottintendere, come, quando, dove e se morire, etc. Insomma, che vuole farti da mamma-gabbia, mamma-istitutrice, mamma-gendarme, mamma-grande fratello orwelliano.
Un costume perverso, politicamente correttissimo, infaticabilmente sostenuto da organizzazioni, associazioni, enti più o meno inutili ma tutti implacabilmente moraleggianti.
Dopo le imperdibili istruzioni, distribuite nientepopodimento che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che insegnano in 12 mosse l’arduissima impresa – ohibò! – di lavarsi le mani (vedi qui), ecco arrivare il pc-aio che emette flatulenze ogni volta che sulla tastiera si digita un termine sconveniente.
Proprio così, avete letto bene. Un “deposito” di bombolette puzzolenti, comandato da un software capace di intercettare le parolacce e collegato al computer da un cavo Usb, si attiverà e emanerà odori nauseabondi in grado – ne è certo il cervellotico inventore dell’aggeggio, lo studente americano chiamato Ozge Kirimlioglu (omen nomen?) – di dissuadere il turpiloquente dal proseguire. Non prima però, a conferma dell’insopportabile approccio buonistico di cui l’operazione si ammanta, di aver lanciato al malcapitato un inoffensivo “avvertimento”, cioè un segnale lampeggiante rosso. Come dire: stai oltrepassando il segno, basta parolacce.
Goliardi, monelli, erotomani, sboccati, mariuoli, camionisti, catterrieri siete avvertiti. Da un futuro molto prossimo potreste essere distinti “a naso” prima ancora di aprire bocca o di accendere il pc. Gli aromi di “Bocca di Pepe” saranno implacabili, proprio come l’imbecillità di chi plaude all’irritante invenzione.
E noi che, ingenui, eravamo rimasti a “bocca di rosa”.