Presentate ieri alla Leopolda di Firenze le edizioni 2017. Molte le novità, tra cui il voto in “cappelli” (da 1 a 5) al posto dei ventesimi per i ristoranti e un criterio strettamente selettivo, con tre distinte classifiche (“da comprare”, “da bere subito” e “da conservare”) per i vini.
Non sarò certo io a recensire me stesso, pertanto non aspettate commenti da parte mia.
Ma ieri alla Leopolda di Firenze sono state presentate le edizioni 2017 delle Guide Vini e Ristoranti (di quest’ultima sono coautore) de “L’Espresso“, un classico dell’editoria enogastronomica italiana.
Molte le novità.
Per la guida gastronomica, la principale e la più commentata è stata la decisione di passare dal punteggio in ventesimi al punteggio in “cappelli” (da cuoco, ovviamente): cinque per l’eccellenza assoluta, uno per una “buona cucina”. Comunque “consigliati” quelli senza cappello.
“…perchè edizione dopo edizione ci siamo resiconto della difficoltà crescente, se non dell’arbitrarietà di giudizi espressi in frazione di punto per locali fra loro profondamente diversi e lontani per storia, cultura, dimensione, stile di cucina… Difficoltà tanto più crescenti quanto più si è alzato e si alza il livello medio della cucina del ristorante italiano”, scrive il direttore Enzo Vizzari nell’introduzione. “…i ‘cappelli’ indicano delle fasce di qualità, all’interno delle quali possono trovarsi locali e cucine distanti fra loro ma accomunati dal giudizio che la Guida al livello della cucina praticata. “Non ci siamo limitati a convertire i punteggi da ‘ventesimi’ a ‘cappelli’, ma abbiamo ripensato il voto di ogni locale in sé e in rapporto ad altri con voto analogo”.
Ecco i risultati:
5 ristoranti con 5 cappelli: Le Calandre, di Rubano (Pd); Osteria Francescana, di Modena; Piazza Duomo, di Alba (Cn); Reale, di Castel di Sangro (Aq); Uliassi, di Senigallia (An).
10 ristoranti con 4 cappelli: Casa Perbellini, di Verona; Del Cambio, di Torino; Duomo, di Ragusa; Hotel Rome Cavalieri – La Pergola, di Roma; La Madia, di Licata (Ag); La Peca, di Lonigo (Vi); Mandarin Oriental – Seta, di Milano; Taverna Estia, di Brusciano (Na); Villa Crespi, di Orta San Giulio (No); Vissani, di Baschi (Tn).
Seguono 36 ristoranti con 3 cappelli, 89 con 2 cappelli, 363 con 1 cappello.
I ristoranti segnalati con almeno un cappello regione per regione: Lombardia 90, Campania 53, Piemonte 48, Veneto e Toscana 47, Lazio 42, Emilia Romagna 35, Trentino Alto Adige 28, Sicilia 25, Liguria 18, Abruzzo 17, Puglia 14, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche 9, Calabria 7, Valle d’Aosta 4, Sardegna 3, Molise e Basilicata 1.
Deciso cambio di linea anche per la guida enoica, comunque: “Non più generalista ma selettiva, essenziale, agile, pensata e realizzata per l’appassionato curioso e il consumatore avveduto più che per gli esperti e gli addetti ai lavori. Curata da Andrea Grignaffini e Antonio Paolini, la nuova Guida ha come focus tre distinte classifiche, ordinate per valore, ma senza punteggio: i “100 vini da bere subito”, vini importanti ed eccellenti, che si possono stappare con piacere già dal giorno di uscita della Guida; i “100 vini da conservare”, cioè quelli destinati ad affinarsi e migliorare nel tempo; i “100 vini da comprare”, per l’ottimo rapporto tra la qualità intrinseca e il prezzo sul mercato. Il nucleo centrale della Guida è poi dedicato ai migliori vini delle denominazioni più importanti (oltre 120) ordinate per regione, ognuna introdotta da una cartina che evidenzia le principali denominazioni di origine. Sintetica è infine la sezione dedicata alle aziende: sono presentate in ordine alfabetico soltanto quelle che firmano i vini presenti nelle tre classifiche“.