Leggo sulla stampa che conta che l’Italia pullula – ma che dico pullula, trabocca! – di “iniziative” (cioé?) per fare sentire “forte” al virus tutto il suo “sdegno”, la sua “rabbia”, la sua volontà di resistere.
Insomma si mettono finalmente in campo mosse decisive per arginare il contagio.
Dopo la devastante azione melica, con cantori d’ogni estrazione impegnati a gorgheggiare dalle finestre (in coincidenza si è registrato un -15% di infezioni), dopo flash mob che hanno seminato il panico tra le truppe virali, credo di aver capito per per oggi le azioni sono due. La più decisiva quella delle 21: tutte le luci spente e cellulari accesi rivolti verso il cielo, in modo che i satelliti captino e riverberino in rete il livore dell’Italia che resiste.
Dopo un’operazione di questa audacia, ne sono certo, domani basterà una normale fiaccolata a debellare la malattia e martedì, massimo mercoledì, tutto tornerà normale.
Per lo sciamano, il sacrificio di buoi sacri e riti a Manitù dovremo aspettare la prossima pandemia.