Succede di rado, ma succede: ti imbatti in cose che ti abbagliano spiritualmente. In questo modo le melodie visionarie di una santa del ‘400 diventano anche l’ossessione di un automobilista. Cioè io.
Non sono uno stinco di santo, nè un frequentatore di chiese.
Non so quasi nulla, salvo l’indispensabile, di musica sacra e poco di musica antica.
Non sono uno studioso di religioni.
L’idea del mistico, lo ammetto, mi affascina. Ma è una fascinazione trasversale, metareligiosa, trascendente. Mi piace l’idea di un mondo iniziatico, al quale tuttavia non appartengo e forse non sarei capace di appartenere. L’ho sfiorato, per mestiere, talvolta. L’ho pure invidiato, ogni tanto. Ma nulla di più.
Credo, sì – per esperienza però e non a priori – nei segni e nelle rivelazioni. Insomma nei sintomi che svelano o almeno suggeriscono l’esistenza di altre orbite dello spirito. Sintomi che possono assumere qualunque forma: persone, circostanze, suoni, frasi, libri.
Il 4 ottobre del 2012, verso mezzogiorno, essi assunsero forme musicali.
Autosole dalle parti di Fidenza, atmosfera autunnale, brumosa e grigia. Sulla radio cerco le sintonie del giornale radio. E invece mi imbatto in questo. Rimango letteralmente ipnotizzato dalla sua bellezza. Una bellezza senza genere, tanto intensa e impregnata di tensione interiore da lasciarmi sbalordito. Non è un caso che ricordi perfettamente il giorno, l’ora, il luogo, l’attimo e la scena.
I brani si susseguono, uno più struggente dell’altro. Mi dimentico dei chilometri.
Dai commenti afferro che si tratta di un’incisione realizzata da un ensemble di musica antica che ha recuperato, integrandole, le scarse notazioni musicali superstiti del cantico de “I Dodici Giardini” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), mistica a me sconosciuta appartenuta alle Clarisse francescane.
Ammetto di essere stato poche volte, in vita mia, così rapito da una musica al primo colpo.
Scatta la caccia.
Risalgo facilmente a La Reverdie (qui) il gruppo che eseguiva i brani. Scambio di email. Apprendo che la musica è stata già incisa, ma sarà pubblicata mesi più tardi.
Prima aspetto, poi dimentico, poi rammento. Ma, a causa delle strane coincidenze che spesso costellano i lunghi inseguimenti (pacchi scomparsi, copie esaurite, connessioni interrotte, intoppi di carte di credito, etc), per lungo tempi non riesco a venire in possesso dell’agognato cd e devo accontentarmi dei ricordi, ritenendo indecente relegare a youtube l’approvvigionamento di certi nutrimenti spirituali.
Ed eccoci a oggi: arriva la posta e, con essa, il disco. Tre anni e tre mesi dopo il primo fatale incontro. Due anni e passa dopo l’uscita dell’album.
Ora, almeno nella capacità di attendere, mi sento molto mistico e la musica che sto ascoltando contribuisce assai alla mia convinzione.