E’ morto Guy Clark, uno dei grandi del songwriting texano. Ovvero uno dei grandi e basta. Nei ’70 era scappato dai canyons losangeleni per tornare a Nashville e restarci. Lo amammo allora e l’amavamo adesso.
Soundtrack: “That old time feeling“, Guy Clark
A gran parte dei miei amici di allora e anche di oggi, ma per fortuna non tutti, come mai io amassi certi cantautori americani così lontani dalla nostra cultura e pure dalla musica più vicina all’orecchio dei tempi appariva incomprensibile.
Esattamente allo stesso modo, a me appariva incomprensibile come loro non cogliessero al volo la profondità di certi suoni, la capacità di toccare certe corde e la potenza quasi profetica di certe copertine che – non so come, ma almeno ai miei occhi ci riuscivano – sapevano anticipare con le immagini il sapore dei suoni che contenevano.
Una di queste, a lungo ammirate sulle pagine delle riviste che trattavano quelli allora definiti”dischi di importazione” (ovvero non stampati in Italia, come l’80% della musica dell’epoca), era “Old no. 1” di Guy Clark.
Si trattava di un vinile che aveva tutto: un autore grandioso e delicato, incensato dalla critica di nicchia, texano per giunta, con un cappellone da cowboy, caratteri vagamente western per una grafica da rimirare, magari sfiorandone la copertina con le dita mentre la puntina calava sul disco e dallo stereo cominciavano a uscire quelle note profonde che sapevano (o ci sembravano sapere) di southern comfort e di notti sotto il portico con la chitarra in mano.
Avrete capito che ho assai amato Guy Clark, musicista tanto generazionale quanto fuori dal tempo, spesso etichettato “country” con la sciocca sbrigatività di chi ha la smania di incasellare gli artisti per generi senza minimamente andare oltre le già deboli apparenze.
La grandezza di Clark consisteva nell’essere, a suo modo, un classico prima ancora di diventarlo. Era il normotipo del cantautore texano, malinconico eppure abrasivo, più amaro che dolce, poco adatto ai languori westcoastiani dai quali, non a caso, aveva precocemente preso le distanze.
Una leggenda in patria e onorato dai più grandi con cover memorabili, praticamente sconosciuto da noi, è morto ieri a 74 anni.
E’ sempre difficile dire dove il cordoglio si diluisca in nostalgia.
Ma se prendi certi dischi e li rimetti sul piatto, mai la risposta sarà più limpida.