Sintesi sulla questione giornalisti, blogger, influencer, etc: non mi va di essere preso per uno che fa un lavoro diverso e non mi va che uno che fa un lavoro diverso dal mio dica che fa il mio stesso mestiere. Fine.
Qualche furbega ha tentato, suo malgrado, di coinvolgermi nell’ennesimo focolaio polemico della questione giornalisti, blogger, influencer eccetera.
Questione di cui essendomi occupato millanta volte non solo non ne posso più, ma la penso in modo diverso da praticamente tutti.
Cioè così: io faccio un mestiere, anzi una professione (ordinistica, pure), loro no. Io ho norme deontologiche, cioè più che etiche, da rispettare e loro no. Io ho quindi un’autorità, oltre alla mia coscienza, a cui rispondere e loro no.
Ciò mi fa migliore di loro?
Assolutamente no.
Ciò fa me diverso da loro?
Sì, ovvio: io faccio un altro mestiere e la differenza, che esaurisce l’argomento del contendere, sta tutta qui.
Quindi non mi va di essere preso per uno che fa un lavoro diverso e non mi va che uno che fa un lavoro diverso dal mio dica che fa il mio stesso mestiere.
Mi pare abbastanza, no?