Ebbene sì, la tragitelenovela della fatturazione elettronica non solo non finisce mai, ma offre ogni giorno che passa ulteriori motivi di incazzatura.
Si scopre ad esempio che, non si sa per colpa di chi, se l’azienda X emette, lo stesso giorno e per tre distinte prestazioni, tre diverse fatture alla medesima azienda cliente Y, è possibile che i documenti non arrivino tutti insieme e anzi simultaneamente, come sarebbe logico, nel “cassetto fiscale” del destinatario, ma a singhiozzo.
Sì: uno prima, uno dopo, uno domani, un altro chissà.
Così il povero destinatario ammattisce per gestire i pagamenti, le scadenze, etc ed è costretto ad affannose consultazioni del detto cassetto, del commercialista, dei conti, dello scadenzario.
Tanto il tempo perso è nostro, il rischio di errori aumenta ma chi se ne frega, gli sbagli sono addebitati al contribuente, il commercialista ti maledice per il bombardamento che gli infliggi poi, giustamente, si fa pagare il servizio.
Ah, c’è pure il fenomeno inverso, soprattutto quando si “appoggiano” in automatico certi pagamenti con addebito diretto sul cc bancario, tipo le bollette.
Sì perchè capita che l’azienda emetta le tre fatture distinte, ma non le faccia addebitare in conto separatamente, bensì con un unico saldo. Così tu vedi l’addebito ma, non avendo ricevuto tutte le fatture, non capisci a cosa si riferisce, se c’è un errore o cosa.
Ovviamente si tratta di sfasamenti non di poche ore, ma a volte anche di giorni o di settimane, con conseguente manicomio contabile.
Naturalmente quelli che il 27 riscuotono regolarmente lo stipendio, non hanno mai emesso una fattura e non hanno idea di cosa significhi gestire una anche pur piccola attività economica continuano a dire che è un progresso, che è una questione di pigrizia mentale e, a mezza bocca, che le proteste dipendono dal fatto che con la fattura non si può più evadere.
Come se chi evadeva fatturasse (in cartaceo o meno) i ricavi.
Bravi, bene.