Infuria anche dalle mie parti, come ovunque, la campagna elettorale per le imminenti elezioni amministrative e l’uso invadente, anzi a capocchia dei social aggrava non tanto la mia già elevata perplessità generale, quanto il mio crescente scoramento.
Il 90% dei messaggi che ascolto o leggo sono puri slogan, cioè concetti vaghi presi qua e là e riutilizzati in chiave locale, senza nessuna preoccupazione che promesse e realtà, bisogni e chiacchiere, teoria e pratica coincidano.
Si parla a casaccio di turismo come se la dimensione locale, e quindi le sue strategie, fossero le stesse di Firenze, Venezia o Roma, facendo credere, con trent’anni di ritardo, che esso possa essere la panacea di tutti i mali quando invece il treno è perduto e le uniche prospettive serie sarebbero quelle di proporre qualcosa di totalmente nuovo rispetto a ciò che tutti offrono, anzichè scimmiottarlo da buoni ultimi. Si parla di agricoltura vagheggiando di miracolistiche “eccellenze” che non esistono e che, se esistono, rappresentano una parte infinitesima di un’economia agricola bisognosa di ben altro che mercatini e leccornie-souvenir. Si parla di buche su strade che dovrebbero essere bypassate da un sistema di trasporti e di collegamenti ripensato a lunga gittata e con una prospettiva chiara, altro che una toppa qui e un guard rail nuovo là.
Si parla di cultura dove di cultura – non libresca, ma popolare – c’è un vuoto pneumatico, cronico, abissale, abituale e quindi la gente non capisce e confonde la cultura coi titoli di studio.
Per carità, capisco che le campagne elettorali si fanno per prendere voti e che per prenderli occorrono argomenti semplici, di facile presa.
Ma se tutti usano gli stessi argomenti, ognuno di questi è neutralizzato da quelli degli altri e alla fine ciò che convince sono i dettagli del messaggio. Dettagli che, però, almeno qui non ci sono quasi mai. Si procede col paraocchi, per compartimenti stagni. Pare che si voglia dire alla gente solo ciò che si immagina essa voglia sentirsi dire, ma poi? Che consapevolezza della realtà hanno i candidati che parlano per sentito dire?