Alla varesina Barbara Giglioli la II edizione del “Kyle Phillips”, il premio assegnato da Aset al giornalista enogastroagroalimentare under 35 più anticonformista dell’anno. La consegna a Boccaccesca di Certaldo, nel segno dell’understatement.

Il premio Kyle Phillips per il giornalista under 35 più anticonformista dell’anno non ha una motivazione, perchè la motivazione sta già tutta nel regolamento: vince il candidato (o l’autocandidato, il cui anticonformismo si giudica pure da come si porge) che è giudicato il più vicino possibile allo stile – di vita e professionale – del compianto collega scomparso nel 2013.
Chi conosceva Kyle avrà già capito tutto e forse può fermarsi anche qui.
A chi non lo conosceva, basti sapere invece che lui era il più anticonformista di tutti perchè meno di tutti si atteggiava ad anticonformista. Attributo che nel corrente pensiero di massa fa rima e spesso viene fatto coincidere con un altro aggettivo altamente fastidioso: esibizionista.
Un così raro stile Kyle-oriented è stato rintracciato quest’anno in una giovane giornalista varesina, collaboratrice enogastroetc del “Fatto Quotidiano”, Barbara Giglioli. Che è venuta ieri a ritirare il premio (qui) durante Boccaccesca (qui), la “rassegna di prodotti e piaceri del gusto” organizzata dal Comune di Certaldo (partner di Aset e patria del Boccaccio), tra i vicoli del bellissimo borgo medievale che guarda in faccia San Gimignano e che fu fondato dai conti Alberti prima del 1000.
Ma si diceva di Kyle e della sua eredità spirituale.
In un mondo, quello della stampa di settore (e non), che spesso adotta pose, lui non ne assumeva mai alcuna. In un contesto di norma griffato, era totalmente unbranded. In un ambiente che ha quasi sempre fretta o finge di averne, andava piano ed era regolarmente ultimo. Nel regno della maldicenza, si asteneva dal criticare i colleghi. Non esitava però a dire (e scrivere) la sua e a manifestare esplicitamente il disaccordo con ciò che non condivideva. Quello che nel lavoro lo contraddistingueva, come ha ricordato la moglie Elisabetta, che ha consegnato il premio alla vincitrice, era insomma il rigore. Ma un rigore leggero, mai accigliato, capace di sorridere. Sobrio, appunto.
Nel modo di porsi e di lavorare, ciò è stato individuato in Barbara.
Che anche di persona non ha tradito le attese e si è rivelata ciò che ci si aspettava che fosse. Il che, oltre alla targa, le è valso pure un pregiato prosciutto allo zafferano di San Gimignano del Salumificio Toscano Piacenti.
Appendice che anche Kyle avrebbe certamente apprezzato.