di LORENZO COLOMBO
Colli di Salerno Igt Montevetrano 2003: vent’anni, il momento ideale per stappare questo vino creato in provincia di Salerno da Silvia Imparato e Riccardo Cotarella.

Quando si citano i grandi rossi del Sud, il Montevetrano è uno di quelli che non possono mancare.
Oggi è un blend di due vitigni internazionali, il Cabernet sauvignon (60%) ed il Merlot (10%), più il vitigno locale per eccellenza, ovvero l’Aglianico (30%).

Ma quando questo vino è stato prodotto per la prima volta, nel 1991, la sua composizione era ben diversa: il Cabernet sauvignon la faceva da padrone con un 90%, mentre all’Aglianico toccava appena il 10%.

Questa è la storia.

Dopo una “prima vita” da fotoreporter di successo che l’ha portata a girare il mondo, Silvia Imparato decide di tornare alla sua terra d’origine, ovvero San Cipriano Picentino, in provincia di Salerno, dove i suoi nonni avevano acquistato, prima della Seconda Guerra Mondiale, una casa di campagna con annessi 26 ettari di terreno, cinque dei quali vitati.

Durante il soggiorno romano Silvia, frequentando una famosa enoteca verso Piazza di Spagna aveva conosciuto diversi personaggi legati al mondo del vino, tra i quali i fratelli Cotarella, Renzo e Riccardo, ed in loro compagnia aveva potuto conoscere e bere grandi vini.
Ad un certo punto si chiede se non sia possibile produrre anche nel suo vigneto un grande vino ed i Cotarella l’aiutano nel scegliere le giuste varietà da mettere a dimora – Cabernet sauvignon e Merlot – da affiancare all’Aglianico già presente e, nel 1983 il progetto ha inizio.

Con l’aiuto di Riccardo Cotarella in poco tempo il sogno di Silvia si realizza e nel 1991 vengono prodotte le prime bottiglie di Montevetrano, nome derivante dal castello situato a San Cipriano Picentino. Non sono destinate alla vendita, ma unicamente a fungere da test. Dopo essersi resa conto della qualità del vino, Silvia decide però di avviarne la commercializzazione con l’annata il 1993, ovvero giusto trent’anni fa.

Nel corso degli anni sono stati messi a dimora in azienda anche vitigni a bacca bianca, Greco e Fiano e vent’anni dopo la nascita del Montevetrano è nato il Core Rosso frutto di Aglianico in purezza, seguito nel 2015 dal Core Bianco, ottenuto da un blend di Fiano e Greco.
La responsabile di questa nuova linea di prodotti è Gaia, la figlia di Silvia, entrata definitivamente in azienda, che si occupa anche delle etichette e dell’immagine aziendale.

Gli ettari di vigneto sono 5 e mezzo, condotti parte a Guyot e parte a cordone speronato, con una densità di 4.000 ceppi/ettaro. I suoli sono argillosi, ricchi di scheletro e la resa è di 60 q.li/ettaro. Il resto della proprietà ospita querce, castagni, noccioleti, agrumi ed ulivi.

La produzione annuale è di circa 60.000 bottiglie, divise più o meno in parti uguali tra i tre vini prodotti. Oltre a Silvia ed a Gaia lavorano in azienda Domenico La Rocca, vignaiolo-cantiniere nativo di Montevetrano, Patrizia Marziale e Monica Martino, mentre sia la conduzione agronomica ed enologica è affidata a Riccardo Cotarella.

Questo Montevetrano 2003 è frutto di un’annata caldissima, che vide iniziare la vendemmia nella prima settimana di settembre. La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio con un salasso su una piccola parte del mosto, mentre l’affinamento s’effettua in barriques di rovere di Nevers, Allier e Tronçais dove il vino sosta per 12 mesi, segue quindi un riposo in bottiglia per almeno sei mesi.

Il colore è granato profondo e compatto con unghia aranciata, ha perso solamente un poco in brillantezza ma d’altra parte stiamo parlando di un vino con vent’anni d’età.
Intenso al naso, ampio e complesso, elegante, note balsamiche, sottobosco, tabacco biondo, spezie dolci, cannella e vaniglia, frutto rosso leggermente macerato, prugna, ciliegia matura, accenni di caffè.
Tannino deciso ma vellutato e perfettamente integrato nell’insieme, sapido e morbido, asciutto il giusto, accenni di caffè, frutta rossa matura, note mentolate, cioccolatini After Eight, liquirizia dolce, cioccolato amaro, ancora integro e dalla lunga persistenza.
Crediamo di averlo aperto al momento giusto per goderselo, inutile tenerlo ancora in cantina.

 

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