di LORENZO COLOMBO
Gewürztraminer Exilissi 2002 Baron Di Pauli: stappato con la doppia diffidenza di chi non ama il vitigno e un po’ teme l’età della bottiglia, questo vino prodotto nella tenuta già fornitrice degli Asburgo e dei Romanov ha regalato invece belle soddisfazioni.

 

Situata a Caldaro, la Tenuta Baron di Pauli era famosa già al tempo dell’impero asburgico, quando riforniva la corte coi propri vini, che finivano persino sulla tavola degli zar di Russia.

L’azienda attualmente dispone di 14 ettari di vigneti su due diversi appezzamenti, il vigneto Arzenhof, nove ettari situati a Caldaro e il vigneto Höfl unterm Stein, di cinque ettari, a Söll (Sella), presso Termeno, località nota per la sua particolare vocazione al Gewürztraminer.
La produzione annuale è di circa 60.000 bottiglie.
La proprietà è di Georg Di Pauli, la cui famiglia la detiene da 300 anni.

Le uve del vino che ci abbiamo degustato provengono dal vigneto Höfl unterm Stein che potrebbe essere tradotto in “Piccola tenuta sotto il sasso”, situato a Sella, frazione di Termeno. Il vigneto, con esposizione sud-est, si trova tra i 480 e 550 metri d’altitudine, il terreno è ghiaioso, calcareo argilloso, le viti hanno più di 30 anni, sono allevate a pergola con resa per ettaro è di 30 – 40 ettolitri.

La vendemmia viene effettuata tardi, con l’uva leggermente appassita. Dopo la diraspatura viene macerata a freddo per una giornata. La fermentazione, con lieviti indigeni, avviene in fusti di rovere da 500 litri dove poi il vino matura per circa un anno sulle fecce fini.

Il residuo zuccherino varia in base all’annata, non sappiamo quanto fosse quello del vino degustato, ma la sua forbice negli anni è piuttosto ampia e può variare dai 7 gr/litro nelle ultime annate ai 20 gr/litro d’inizio anni 2000. Dal 2015 il vino s’avvale della menzione Riserva.

All’epoca i vini erano curati da Helmuth Zonin, mentre ora la parte enologica è affidata a Andrea Moser e Thomas Scarzuola.

Chi ci segue sa che non siamo grandi estimatori dei Gewürztraminer, o per meglio dire di quelli giovani, caratterizzati da una decisa irruenza, vini che hanno “troppo” di tutto, troppo profumo, troppo alcool, troppa struttura, troppa morbidezza, troppo residuo zuccherino ed altro ancora. Li preferiamo quando invece hanno qualche anno sulle spalle la loro irruenza s’accheta e, se si tratta di prodotti di qualità, emergono note decisamente più discreta ed eleganti, questo attorno ai sei o sette anni d’età.

Il vino che abbiamo assaggiato di anni però ne ha venti e prima d’aprirlo avevamo già preparato un sostituto, nel caso, assai probabile, di trovare un prodotto a fine vita.

D’altronde si sa che quando ci si accinge a degustare vini molto vecchi, il rischio di doverli abbinare al lavandino è sempre piuttosto alto ed anche in questo caso il primo vino scelto si era rivelato non adatto allo scopo.

Appena stappata la bottiglia del nostro Gewürztraminer abbiamo trovato il tappo bagnato per buona parte della sua lunghezza (la bottiglia è stata sempre conservata coricata), non certo un buon segno, inoltre annusandolo (il tappo) dava qualche segno d’ossidazione.

Versiamo comunque il vino nel bicchiere ed il suo colore è decisamente ambrato, seppur limpido e luminoso.
Lo accostiamo, scettici al naso ed invece ciò che percepiamo è un’estrema pulizia con note che spaziano dalla crema pasticcera, al panettone con canditi, scorza d’arancio candita, miele, fichi al forno, confetto con mandorle, uva passa. Sarebbe stato decisamente interessante averne una bottiglia d’annata recente per verificare le sue caratteristiche in gioventù.
Passiamo alla parte gustativa e troviamo tutta la tipicità del vitigno, morbido, aromatico, strutturato, alcolico (16,5% vol. è il valore in etichetta e questo certamente, unito al residuo zuccherino è uno dei fattori della sua longevità), cogliamo sentori d’agrumi maturi ed accenni speziati piccanti, note di canditi, fichi secchi, mandole.
Lunghissima infine la sua persistenza.

 

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