di ANDREA PETRINI
Bisci, Verdicchio di Matelica “Vigneto di Fogliano” 2011: un cru che è non solo rappresentativo del territorio, ma che in quest’annata si è espresso talmente bene da far dubitare, oggi, della sua età!
Mi ricordo che, quando anni fa ero titolare dell’Enoclub Roma, se si organizzava una degustazione di Verdicchio di Matelica, uno dei primi vini che inserivo in batteria come esempio rappresentativo del territorio era il “Vigneto di Fogliano” prodotto da Bisci.
L’azienda, che ho sempre stimato per la serietà e la costanza qualitativa, è il frutto del lavoro dei fratelli Giuseppe e Pierino Bisci, i quali nel 1972 acquistarono circa 25 ettari e la trasformano in uno dei fari qualitativi del territorio. Oggi Mauro e Tito, figli di Giuseppe, ne hanno preso le redini. La proprietà è situata tra le province di Macerata e di Ancona, con circa 18 ettari a Verdicchio e poco più di 2 a Sangiovese e Merlot, tutti ubicati in collina ad altitudine variabile tra i 320 ed i 370 metri s.l.m. e coltivati in biologico.
Ho avuto di recente la fortuna di partecipare ad una verticale del Verdicchio di Matelica “Vigneto Fogliano”, un vero e proprio cru che Bisci produce solo nelle migliori annate, con una vinificazione in cemento vetrificato a cui segue un affinamento per 15 mesi sempre in cemento e almeno altri 4 mesi di bottiglia prima che il vino esca sul mercato.
Tra tutti i campioni degustati, quello che mi ha entusiasmato di più è stato il 2011.
L’annata, secondo quando riportato dallo stesso produttore, è stata ottimale fino a tutto luglio. Agosto è stato molto caldo e ventoso, mentre a settembre e durante la vendemmia il meteo è stato buono. Nonostante le non elevate escursioni termiche tra giorno e notte, le uve risultavano erano molto sane grazie al clima asciutto. La produttività è stata bassa, soprattutto per quello che riguarda il rapporto tra grappoli e mosto.
Il vino stupisce per eleganza ed equilibrio e questo buonissimo Vigneto di Fogliano 2011 ne è la riprova: ampio, sinuoso, regala intensi aromi floreali di acacia, ginestra, mimosa, a cui seguono tocchi di frutta gialla croccante. Un tocco erbaceo e lampi lontani di alga marina vanno a completare il quadro olfattivo. Al sorso è giovane e gioviale, intenso, dalla trama acido-sapida di grande serbevolezza. Finale vibrante con richiami all’agrume e al salgemma.
Sicuri che abbia davvero 10 anni? Una grande annata!
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