Nella mente dei membri di una categoria di cui oltre la metà sono dilettanti dichiarati e in cui perfino gran parte dei “professionali” confonde ordine e sindacato, che spazio volete che ci sia per l’Inpgi, la cassa di previdenza dei giornalisti? L’unico, forse, è quello che la cronaca riserva ai vertici inquisiti dell’ente. Ma per il resto è mistero fitto: una figura sfumata sullo sfondo che tende a sovrapporsi con un altro ufo professionale, la Casagit.
Ecco, detto questo, da oggi a mercoledì 24/2 si vota telematicamente per il rinnovo delle cariche di Inpgi e Inpgi2 (la cassa degli autonomi, ma qui si va sul difficilissimo). Chi preferisse farlo in modo tradizionale, con scheda e matita copiativa, nel prossimo weekend (27 e 28/2) potrà andare ai seggi allestiti presso le assostampa regionali (e anche questo la dice lunga su certe contiguità).
Premesso anche questo, annuncio di aver compiuto il mio “dovere” e di aver messo la fatidica crocetta sui nomi di soli colleghi che conosco di persona e stimo, a prescindere da partiti, parrocchiette, cordate, correnti, mulinelli, gorghi e conventicole di appartenenza.
Fiducia che vengano eletti, qualcuna; speranza che li facciano lavorare, poca; aspettative che il sistema si riesca a raddrizzare, quasi nessuna.