Posso vantarmi di non mai aver visto il festival di Sanremo negli ultimi vent’anni.
Eppure non ho difficoltà a individuarne il peggio: sono i cronisti digiuni di musica, mandati dai direttori allo sbaraglio a vergare in punta di penna il provincialissimo ritratto degli ospiti stanieri. Il risultato è puntualmente un accrocco di banalità giustapposte e di scopiazzature mal assemblate.
Basta vedere cosa si legge in giro su James Taylor.