Spopola in rete il caso delle copiose bocce di Dom Perignon acquistate dai poverelli veri o presunti con il reddito di cittadinanza.
Io sto con i poverelli.
Nel senso che la disonestà vera non è la loro, è quella intellettuale di chi la tesserina gliel’ha data inseguendo voti e demagogia. Cose che spesso coincidono e che secondo convenienza o invidia vengono spernacchiate o meno da oppositori ideologici i quali, miracolosamente, quando cambia il vento diventano muti sodali.
I furbetti del redditino insomma si sono semplicemente adeguati al sistema in cui vivono, che altro dovevano fare?
Si sono sentiti invitare a bere champagne anzichè vino in brik e hanno obbedito.