Il ridicolo, anzi l’umorismo involontario di un paese che, come Pippo, non lo sa ma quando passa ride tutta la città, lo si misura dalle baggianate alle quali il suo popolo bue aderisce e che ci pone ai vertici della speciale classifica delle macchiette mondiali.
A un anno dal terremoto di Amatrice, con le macerie ancora lì, con il commissario Errani dimissionario per ragioni di basso elettorato e con l’incombente Boschi (Boschi!!!) che aleggia sulla ricostruzione, invece di arrivare coi forconi si fanno le fiaccolate.
Mah…
Al peggio non c’è mai fine?
Sie…
Apro il pc e leggo di una proposta della Croce Rossa: una giornata di “silenzio social” (già l’espressione fa rabbrividire) per commemorare la tragedia. Ovviamente all’idea-spot hanno subito aderito vip, presunti vip, aspiranti vip, presenzialisti, politici d’ogni rango, meglio se basso, in cerca di visibilità, etc.
Ma ci rendiamo conto? Ma che valore avrebbe, o che messaggio porta, un “silenzio social”? Fosse un segno di pur momentanea resipiscenza dal generale rincretinimento da web, potrei capire.
Qui però è esattamente il contrario: si pensa a un gesto nobile, responsabile, significativo.
La Croce Rossa si spara addosso?