Se non avessi un infinito rispetto per i tanti colleghi che sommessamente, nell’ombra, con sobrieta’, rintuzzando l’ulcera montante e turandosi il naso al cospetto del cadavere d’una professione in decomposizione, ogni giorno accendono il computer e cercano di fare solo il loro mestiere, senza cercare triangolazioni, rinterzi, crapule, arrotondamenti e mercimoni, mi verrebbe da irridere al giornalismo banchettante che vedo ovunque mi giri.
Vi ringrazio, colleghi, della candela che quotidianamente accendete sull’altare dell’informazione seria.
Senza fanfare.