In natura e in geometria ogni superficie ha due facce: per passare dall’una all’altra bisogna transitare dal bordo. Esistono solo due eccezioni: una è il cosiddetto nastro di Moebius, l’altra è il 75% dell’odierno lavoro giornalistico. Eccone una breve teorizzazione.

 

Si tratta di un percorso perfettamente circolare: il giro può cominciare da qualsiasi punto, quindi scegliete quello che vi pare. In altre parole, è un cane che si morde la coda, un circolo professionale vizioso dal quale, ormai, non si esce più se non facendo la scelta radicale di cambiare mestiere. Gli organi di informazione non hanno le risorse finanziarie e umane (cioè le redazioni, dove sta il 25% dei giornalisti in attività) per “coprire” le notizie. Il 75% dei restanti giornalisti è “autonomo” e per svolgere la professione ha bisogno di un reddito congruo che gli editori non possono, o non vogliono, concedere.
Il risultato è un cortocircuito dell’informazione in 14 passaggi.

 

1) C’è una notizia che sarebbe interessante seguire e di cui riferire. >
2) C’è un giornalista autonomo. >
3) Ci sono uno o più organi di informazione teoricamente interessati a riportare la notizia. >
4) Seguirla e riferire comporta però, per il giornale e il giornalista, un dispendio di tempo e denaro. >
5) Il giornale spera che la segua, sottocosto, il giornalista autonomo. >
6) Il giornalista autonomo si aspetta invece dal giornale un compenso congruo che copra spese e lavoro. Ma: >
7) Nessun giornale è disposto a rimborsargli il tempo e il denaro spesi. >
8) Nessun giornale è disposto a compensarlo salvo in misura minore, pari, o poco superiore alle spese sostenute. >
9) Nessuna norma obbliga il giornale a compensare meglio, nè dà diritto al giornalista di ottenere di più. >
10) Quindi: o il giornalista accetta e si accolla il rischio di una sicura rimessa economica, o rinuncia. Tuttavia: >
11.a) Se rinuncia, la notizia va perduta. >
11.b) Se accetta, ci scapita. >
12) In nessun caso egli avrà fatto il suo lavoro di giornalista perchè il lavoro gratis o in perdita non è lavoro. >
13) In nessun caso il giornale avrà fatto il suo lavoro perchè un giornale le notizie le riporta, non le scansa. >
14) Ergo, sia seguire notizie interessanti che pubblicarle non è più un lavoro. >
15) |||cortocircuito dell’informazione|||: si torna al punto 1). >
16) Si ricomincia il percorso da un punto qualsiasi e si può proseguire all’infinito.

FINE