Trovo in cassetta un “avviso di mancata consegna” di una raccomandata. Anzi, come mi è stato fatto notare dopo: un avviso di “raccomandata 1“. Scoprirò che il significato implicito è “lasciate ogni speranza di celerità o voi che la ricevete“.
Sull’avviso è stampigliato quanto segue:
Oggi (data a mano) alle ore (ora a mano) abbiamo tentato la consegna dell’invio (numero a mano). [Seguono istruzioni per eventuale contrassegno]
La informiamo che, contattandoci allo (numero telefonico del locale ufficio postale) entro i prossimi tre giorni solari, potrà usufruire di un nuovo tentativo di recapito a domicilio che avverrà il giorno lavorativo successivo alla telefonata, in orario antimeridiano, compreso il sabato (segue dettaglio degli orari).
Se preferisce, può chiedere che l’invio le sia messo a disposizione presso (locale ufficio postale, quello di cui sopra) a partire dalle 10.30 del giorno successivo alla chiamata.
Le rammentiamo che trascorsi i tre giorni, potrà comunque ritirare l’invio presso lo stesso ufficio postale, dove rimarrà in giacenza altri 15 giorni solari“.
Essendo già passata l’ora telefonabile, faccio 7 km di sterrato con 36° e vado all’ufficio postale, rassegnato al ritiro allo sportello.
Qui, con comprensibile imbarazzo dell’impiegato, apprendo che:
– la raccomandata è lì, ma non me la possono dare se non decorsi i tre giorni “solari” per la “telefonata”;
– siccome l’avviso è dell’altroieri, oggi è venerdì e il sabato il portalettere non lavora, non posso tornare a prenderla domani, ma devo chiamare lunedì per prendere accordi col portalettere (!);
– la telefonata andava comunque fatta a un numero verde che la cedola non riporta: quindi anche se avessi telefonato, niente consegna;
– la cedola indica invece, incomprensibilmente, il numero dell’ufficio postale presso il quale già mi trovo e che, però, per le ragioni dette non mi può dare la raccomandata.
Sintesi: o le poste ti sequestrano la corrispondenza e ti fanno pagare un riscatto, o questo è il metodo di consegna più stupido e ridicolo mai inventato. La lettera c’è, l’avviso idem, il destinatario è presente, l’ufficio è quello giusto ed è aperto ma la raccomandata resta sotto chiave fino ad accordi col portalettere dell’ufficio medesimo.
Giuro: nemmeno inventandomela sarei arrivato a questo punto.