Il brutto del calcio non è quando perdi, ma quando perdi qualcuno che ti ha fatto vincere. Uno di quelli che per tutta la vita ti accompagnano e restano amici del cuore anche quando non li hai mai conosciuti.
Che oggi sarebbe stata una pessima giornata lo sapevo già per via della Champions di ieri sera. Nulla però a confronto del dolore – profondo, irrimediabile, disperante – della scomparsa di Pablito. Ignoravo che fosse malato e comunque, per me come credo per tutti, era una figura eterna, immutabile.
Non mi dilungo su ciò che Paolo Rossi e il Mundial dell’82 hanno rappresentato.
Come tutti gli italiani l’ho amato alla follia e l’ho pure incontrato qualche volta. Non per parlare di calcio, ma di vino e di agricoltura. Del resto abitava dalle mie parti ed era disponibile. Nel senso di davvero disponibile. Quando lo chiamavi o lo incrociavi, dava sempre la sensazione di gradire. Ti salutava sempre per primo. E sorrideva.
Lo vidi per la prima volta in un remotissimo Fiorentina-Lanerossi Vicenza del 30 novembre 1977. Ovviamente era domenica, ore 15. Finì 1 a 3 per gli ospiti e lui segnò due gol. Non era ancora famoso, sebbene tutti già ne parlassero. Non mi impressionarono nè il giocatore, nè il gol, ma il fisico. Dicevano fosse gracile ed era vero, però aveva due cosce così.
Poi divenne capocannoniere, poi Pablito.
Ora spero non ci siano le beatificazioni isteriche che hanno ammorbato la scomparsa di Maradona anche se, certamente, la perdita in poche settimane di due simboli non solo del calcio, ma di un decennio, riporta tutti bruscamente coi piedi per terra.
Dei tanti suoi gol, quello che mi è restato più nella memoria lo segnò (qui) in una partita minore dei Mondiali del 1978 in Argentina, Italia-Austria 1-0.
Palla a centrocampo, da Causio avanti in diagonale a Rossi, che di tacco la restituisce a Causio, nuova triangolazione verso l’area di rigore ma passaggio un po’ lungo, il difensore è in vantaggio, la palla sembra persa ma Pablito mette il turbo, in dieci metri ne mangia quattro all’avversario, diagonale secco dallo spigolo dell’area piccola.
Gol.
Se ne segnasse oggi uno così, farebbe il giro del mondo e della rete per mesi.
Grazie di tutto.