In una società dove i deboli, se non ci sono, ci s’inventano pur di trovare qualcosa da cui difenderli, si cerca di minimizzare il contagio dicendo che al massimo ammazza anziani e malati. E, rovesciando l’ordine logico delle cose, si ironizza sul fatto che, giustamente, ora le frontiere le chiudono a noi.

 

Chi mi conosce sa che sono tutt’altro che un allarmista e che, al contrario, passo spesso per un dissacratore perfino eccessivo delle altrui paure, psicosi e debolezze.

Ci sono però un paio di cose, a proposito del coronavirus, che mi fanno saltare la mosca al naso.

La prima è l’argomento che usa chi, dicendo (spero a ragione) “la malattia è poco più di un’influenza“, per minimizzarne gli effetti indica come probabili vittimesolo gli anziani, o chi ha problemi respiratori, o chi ha basse difese immunitarie“.

Ma che discorso è?

In un mondo così politicamente corretto che i deboli, se non ce li ha, se li inventa pur di trovare qualcosa da cui difenderli, qui si mandano teoricamente al macello i vecchini e i malati cronici?

In altri termini, dovrebbe dispiacermi di meno, o sarebbe meno grave, o dovrei rassegnarmi se per fatalità, o approssimazione, o per mancanza di prevenzione, a lasciarci le penne sono mio nonno, mia zia, mio suocero?

Io la penso esattamente al contrario: proprio perchè il virus è pericoloso solo per certi soggetti, farei il possibile per proteggere proprio questi soggetti, anzichè darli per sacrificati o sacrificabili nel nome della tranquillità collettiva.

Secondo argomento: sento e leggo grilli parlanti che, sempre nel nome del politicamente corretto e lagna retorica connessa, pontificano sul fatto che, quasi fosse un contrappasso, ora sono i “contagiosi” italiani a trovare chiuse le fontiere. “Come ci si sente, eh?“, chiedono beffardi i cretinetti dell’egualitasmo, dell’antirazzismo ideologico, del girotondismo solidale.

Secondo me ci si sente benissimo, perchè se l’Italia è il terzo paese al mondo per numero di contagiati, è ovvio che altrove si tenti di arginare l’arrivo di persone potenzialmente infette. Lo trovo non solo giusto, ma necessario. Perfino indispensabile. Così come lo sarebbe stato, da quando il contagio è divenuto conclamatamente planetario, controllare in Italia gli arrivi a doppio scalo aereo, mettere in quarantena le migliaia di cinesi di ritorno in massa da noi dopo il capodanno cinese e tutti quelli, orientali o meno, provenienti da aree a rischio. Il che forse non avrebbe impedito del tutto la nascita di focolai, ma avrebbe comunque aiutato a contenerli.

Mi pare così evidente che lo capirebbero anche i bambini.

Cioè tutti tranne i babbei accecati dall’ideologia, i quali nemmeno si rendono conto che, dopo i provvedimenti governativi di ieri, le frontiere antivirus ormai ce le abbiamo interne. Quindi, come bisognerebbe sentirsi?