Facile riempire le pagine dei giornali coi contenuti (gratuiti) dei comunicati stampa. Ma c’è di peggio: col copiaincolla si fanno rubriche intere. Che, oltre a far risparmiare, gratificano politica e inserzionisti.
Diciamo che, visto nell’ottica dell’ottimizzazione dell’arte di arrangarsi, è un’indubbia virtù.
Visto da quello dell’informazione, e anche dell’editoria, un po’ meno.
Mi riferisco a una prassi diffusa ormai anche presso testate insospettabili.
Funziona così. Intuisco che c’è un settore o un tipo di notizia che attira lettori e magari inserzionisti (o viceversa: spesso le cose sono fungibili) e allora per avere più click o vendere più copie penso di costruire intorno al tema una rubrica dedicata e graficamente ben evidenziata.
Fin qui, tutto normale.
Poi faccio un giro dei miei redattori, scoprendo però che nessuno ha il tempo per curarla o conosce abbastanza l’argomento da occuparsene. Lo stesso succede facendo, a ruota, il giro dei collaboratori, ai quali ovviamente propongo di fare la rubrica gratis in cambio di (molto) potenziali benefit e dell’immancabile “firma“.
Insomma, così la rubrica non si riesce a farla. E quindi?
Semplice: anzichè far scrivere e pubblicare un pezzo originale, prendo un lancio di agenzia o un comunicato stampa e, senza mutare una virgola o fare un approfondimento nè verifica, ce lo schiaffo dentro. Poi basta un titolino accattivante ed ecco la rubrica.
Infine, ma solo se ho molto scrupolo, mi lavo la coscienza verso il lettore citando, senza vergogna ed anzi simulando correttezza, la fonte.
Così non devo pagare nessuno e ho un credito di riconoscenza da riscuotere verso i beneficiati di cotanta visibilità.
Intendiamoci bene: non si parla qui della mera abitudine, lecita ma spesso abusata, di mettere in pagina papale papale un comunicato stampa, talvolta senza cambiare neppure una sillaba, e di spacciarlo per un articolo originale prodotto dalla redazione, ma di riquadrare e far risaltare il tutto come una rubrica o addirittura una sezione del giornale. Un vero valore aggiunto, insomma.
E’ la quadratura del cerchio: pagine bianche riempite gratis, immagine della testata arricchita, pr o inserzionista soddistatti e lettore gabbato ma felice.
Ganzo, è?
Provate a farci caso sfogliando i giornali on line e non, poi ne riparliamo.